L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di determinare e quantificare il profilo proteico e lipidico di 15 campioni di latte fresco bovino, raccolto da tre differenti razze, quali Frisona (FR), Bruna Alpina (BA) e Pezzata Rossa Italiana (PR). Tutte le bovine, utilizzate nella sperimentazione, facevano parte dello stesso allevamento, risultavano omogenee per età e stadio di lattazione ed erano sottoposte allo stesso regime alimentare. Per determinare il profilo proteico sono stati utilizzati sei kit ELISA, aventi come target di analisi le seguenti proteine: alfa lattoalbumina (α-LA), immunoglobuline (IgG) totali, immunoglobuline 1 (IgG1), immunoglobuline 2 (IgG2), lattoperossidasi (LPO) e lattoferrina (LF). La determinazione della frazione lipidica nel latte è stata condotta, previa estrazione del grasso totale con il metodo ufficiale AOAC, seguita da separazione e identificazione degli esteri metilici degli acidi grassi (FAME) tramite gas cromatografo (GC) accoppiato a un rilevatore a ionizzazione di fiamma (FID). I risultati ottenuti hanno mostrato differenze significative di concentrazione fra le tre razze per quanto riguarda le IgG totali. Analogo risultato è stato osservato per la LF, con un contenuto maggiore nei campioni ottenuti da BA e PR; questa proteina è generalmente correlata alla biodisponibilità del ferro e alla modulazione della funzione immunitaria. Il contenuto di IgG1, IgG2, LPO e α-LA è, invece, risultato significativamente più elevato nella FR. Riguardo al profilo lipidico, l’analisi ha evidenziato un maggiore contenuto di acidi grassi monoinsaturi (MUFA) nei campioni ottenuti da BA e PR. I MUFA, che hanno mostrato maggiori variazioni, sono stati specificatamente gli acidi trans-vaccenico e oleico, ai quali si ascrive la capacità di promuovere la formazione di lipoproteine ad alta intensità (HDL) rispetto a quelle a bassa intensità (LDL), generando una condizione favorevole per la salute del consumatore. Negli stessi campioni è stata anche evidenziata una più grande concentrazione di coniugati dell’acido linoleico (CLA) a cui, anche in questo caso, si attribuisce un elevato valore salutistico, legato soprattutto all’alto potenziale antiossidante e antinfiammatorio caratterizzante questi composti. Il presente studio ha evidenziato un quadro particolarmente interessante per quanto riguarda sia il benessere animale che gli aspetti qualitativi legati alla produzione lattea derivante dalle razze bovine oggetto di analisi. In modo particolare, la maggiore concentrazione di LF e IgG totali indicherebbe un più grande indice di benessere da parte di BA e PR, sebbene il dato riguardante le altre frazioni proteiche debba essere ulteriormente valutato e caratterizzato. Nelle stesse razze, l’elevato contenuto di MUFA e CLA attribuisce al latte un indubbio vantaggio dal punto di vista qualitativo, con ripercussioni di notevole interesse per la salute del consumatore. Inoltre, si evidenzia come a parità di costi di alimentazione e gestione, le razze, meno selezionate da un punto di vista genetico, possano competere con quelle ad alta produzione, sia in termini di qualità che dal punto di vista del benessere animale, che da tempo, rappresenta un aspetto di rilievo capace di influenzare enormemente le scelte di un attento consumatore.

Confronto del contenuto proteico e lipidico in tre differenti razze di bovine da latte

Schirone M.;Florio M.;Visciano P.;D'Onofrio F.;Ianni A.;Martino G.
2022-01-01

Abstract

L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di determinare e quantificare il profilo proteico e lipidico di 15 campioni di latte fresco bovino, raccolto da tre differenti razze, quali Frisona (FR), Bruna Alpina (BA) e Pezzata Rossa Italiana (PR). Tutte le bovine, utilizzate nella sperimentazione, facevano parte dello stesso allevamento, risultavano omogenee per età e stadio di lattazione ed erano sottoposte allo stesso regime alimentare. Per determinare il profilo proteico sono stati utilizzati sei kit ELISA, aventi come target di analisi le seguenti proteine: alfa lattoalbumina (α-LA), immunoglobuline (IgG) totali, immunoglobuline 1 (IgG1), immunoglobuline 2 (IgG2), lattoperossidasi (LPO) e lattoferrina (LF). La determinazione della frazione lipidica nel latte è stata condotta, previa estrazione del grasso totale con il metodo ufficiale AOAC, seguita da separazione e identificazione degli esteri metilici degli acidi grassi (FAME) tramite gas cromatografo (GC) accoppiato a un rilevatore a ionizzazione di fiamma (FID). I risultati ottenuti hanno mostrato differenze significative di concentrazione fra le tre razze per quanto riguarda le IgG totali. Analogo risultato è stato osservato per la LF, con un contenuto maggiore nei campioni ottenuti da BA e PR; questa proteina è generalmente correlata alla biodisponibilità del ferro e alla modulazione della funzione immunitaria. Il contenuto di IgG1, IgG2, LPO e α-LA è, invece, risultato significativamente più elevato nella FR. Riguardo al profilo lipidico, l’analisi ha evidenziato un maggiore contenuto di acidi grassi monoinsaturi (MUFA) nei campioni ottenuti da BA e PR. I MUFA, che hanno mostrato maggiori variazioni, sono stati specificatamente gli acidi trans-vaccenico e oleico, ai quali si ascrive la capacità di promuovere la formazione di lipoproteine ad alta intensità (HDL) rispetto a quelle a bassa intensità (LDL), generando una condizione favorevole per la salute del consumatore. Negli stessi campioni è stata anche evidenziata una più grande concentrazione di coniugati dell’acido linoleico (CLA) a cui, anche in questo caso, si attribuisce un elevato valore salutistico, legato soprattutto all’alto potenziale antiossidante e antinfiammatorio caratterizzante questi composti. Il presente studio ha evidenziato un quadro particolarmente interessante per quanto riguarda sia il benessere animale che gli aspetti qualitativi legati alla produzione lattea derivante dalle razze bovine oggetto di analisi. In modo particolare, la maggiore concentrazione di LF e IgG totali indicherebbe un più grande indice di benessere da parte di BA e PR, sebbene il dato riguardante le altre frazioni proteiche debba essere ulteriormente valutato e caratterizzato. Nelle stesse razze, l’elevato contenuto di MUFA e CLA attribuisce al latte un indubbio vantaggio dal punto di vista qualitativo, con ripercussioni di notevole interesse per la salute del consumatore. Inoltre, si evidenzia come a parità di costi di alimentazione e gestione, le razze, meno selezionate da un punto di vista genetico, possano competere con quelle ad alta produzione, sia in termini di qualità che dal punto di vista del benessere animale, che da tempo, rappresenta un aspetto di rilievo capace di influenzare enormemente le scelte di un attento consumatore.
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