Le biotossine marine sono prodotte da alghe unicellulari appartenenti ai generi Alexandrium, Gymnodinium, Dinophysis, Prorocentrum e Pseudo-nitzschia e si possono accumulare nei molluschi bivalvi in quanto organismi filtratori. Si distinguono in idrosolubili e liposolubili, le prime sono responsabili della Paralytic Shellfish Poisoning e Amnesic Shellfish Poisoning, mentre le seconde causano la Diarrhetic Shellfish Poisoning. Secondo il Regolamento (UE) 627/2019, le autorità competenti hanno il compito di monitorare periodicamente le aree di produzione dei molluschi bivalvi vivi, al fine di verificare l’eventuale presenza di plancton tossico e biotossine marine. Nel presente lavoro sono riportati i risultati dei campionamenti ufficiali effettuati lungo la costa adriatica che si estende da Martinsicuro (Teramo) a Termoli (Campobasso) nel biennio 2020-2021. Il campionamento ha interessato venti impianti di mitili (Mytilus galloprovincialis) presenti in Abruzzo e Molise, di cui cinque localizzati nella provincia di Teramo, uno in provincia di Pescara, quattro nella provincia di Chieti e dieci in provincia di Campobasso. I campioni sono stati analizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise per la determinazione di acido okadaico, dinofisitossina 1 e 2, pectenotossina 1 e 2, azaspiracidi 1, 2 e 3, yessotossina e suoi analoghi, mediante il metodo ufficiale messo a punto dal Laboratorio Comunitario di Riferimento di Vigo (Spagna) basato sull’utilizzo della spettrometria di massa. Sono stati esaminati in totale 159 campioni nel 2020 e 175 nel 2021. I risultati ottenuti hanno mostrato la contaminazione dei molluschi bivalvi vivi solo per acido okadaico e yessotossina. Nei due anni oggetto di indagine, sono stati riscontrati rispettivamente 49 (31%) e 25 (14%) campioni positivi per l’acido okadaico, di cui 9 (6%) e 2 (1%) non conformi perché superiori ai limiti di legge (160 g di equivalente acido okadaico/kg) stabiliti dal Regolamento (CE) 853/2004. A seguito del riscontro delle non conformità, gli impianti sono stati sottoposti a divieto di raccolta, prevedendo un prelievo successivo a distanza di 15 giorni per la ripetizione delle analisi. La presenza di yessotossina è stata osservata a concentrazioni sempre inferiori al limite normativo (3,75 mg di equivalente yessotossine/kg) in 28 (18%) e 56 (32%) campioni nel 2020 e 2021, rispettivamente. Il presente studio ha evidenziato la contaminazione solo per alcune biotossine marine, nei mitili allevati lungo la costa adriatica nel periodo considerato. Il tempo di 15 giorni di sospensione della raccolta di molluschi bivalvi, dagli impianti in cui sono stati rilevati campioni non conformi, è risultato sufficiente perché le concentrazioni di acido okadaico rientrassero nei limiti massimi consentiti. Il rilevamento di campioni positivi sottolinea, tuttavia, la necessità di un controllo costante di questi composti, che destano notevoli preoccupazioni per il consumatore, a causa della loro tossicità associata alla comparsa di forme di intossicazione acuta, talora anche ad esito letale.

Controlli ufficiali per la determinazione delle biotossine marine liposolubili in mitili allevati lungo la costa adriatica

Annunziata Loredana;Aloia Rosaria;Schirone Maria;Visciano Pierina
2022-01-01

Abstract

Le biotossine marine sono prodotte da alghe unicellulari appartenenti ai generi Alexandrium, Gymnodinium, Dinophysis, Prorocentrum e Pseudo-nitzschia e si possono accumulare nei molluschi bivalvi in quanto organismi filtratori. Si distinguono in idrosolubili e liposolubili, le prime sono responsabili della Paralytic Shellfish Poisoning e Amnesic Shellfish Poisoning, mentre le seconde causano la Diarrhetic Shellfish Poisoning. Secondo il Regolamento (UE) 627/2019, le autorità competenti hanno il compito di monitorare periodicamente le aree di produzione dei molluschi bivalvi vivi, al fine di verificare l’eventuale presenza di plancton tossico e biotossine marine. Nel presente lavoro sono riportati i risultati dei campionamenti ufficiali effettuati lungo la costa adriatica che si estende da Martinsicuro (Teramo) a Termoli (Campobasso) nel biennio 2020-2021. Il campionamento ha interessato venti impianti di mitili (Mytilus galloprovincialis) presenti in Abruzzo e Molise, di cui cinque localizzati nella provincia di Teramo, uno in provincia di Pescara, quattro nella provincia di Chieti e dieci in provincia di Campobasso. I campioni sono stati analizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise per la determinazione di acido okadaico, dinofisitossina 1 e 2, pectenotossina 1 e 2, azaspiracidi 1, 2 e 3, yessotossina e suoi analoghi, mediante il metodo ufficiale messo a punto dal Laboratorio Comunitario di Riferimento di Vigo (Spagna) basato sull’utilizzo della spettrometria di massa. Sono stati esaminati in totale 159 campioni nel 2020 e 175 nel 2021. I risultati ottenuti hanno mostrato la contaminazione dei molluschi bivalvi vivi solo per acido okadaico e yessotossina. Nei due anni oggetto di indagine, sono stati riscontrati rispettivamente 49 (31%) e 25 (14%) campioni positivi per l’acido okadaico, di cui 9 (6%) e 2 (1%) non conformi perché superiori ai limiti di legge (160 g di equivalente acido okadaico/kg) stabiliti dal Regolamento (CE) 853/2004. A seguito del riscontro delle non conformità, gli impianti sono stati sottoposti a divieto di raccolta, prevedendo un prelievo successivo a distanza di 15 giorni per la ripetizione delle analisi. La presenza di yessotossina è stata osservata a concentrazioni sempre inferiori al limite normativo (3,75 mg di equivalente yessotossine/kg) in 28 (18%) e 56 (32%) campioni nel 2020 e 2021, rispettivamente. Il presente studio ha evidenziato la contaminazione solo per alcune biotossine marine, nei mitili allevati lungo la costa adriatica nel periodo considerato. Il tempo di 15 giorni di sospensione della raccolta di molluschi bivalvi, dagli impianti in cui sono stati rilevati campioni non conformi, è risultato sufficiente perché le concentrazioni di acido okadaico rientrassero nei limiti massimi consentiti. Il rilevamento di campioni positivi sottolinea, tuttavia, la necessità di un controllo costante di questi composti, che destano notevoli preoccupazioni per il consumatore, a causa della loro tossicità associata alla comparsa di forme di intossicazione acuta, talora anche ad esito letale.
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