Debtor of the principles affirmed by the first instance judge in the order issued by the Court of Rome on the 27th August 2020, this contribution offers the starting point for some reflections regarding the affirmation of a general obligation to renegotiate long-term contracts unbalanced by supervening contractual circumstances. The concept of “bona fides”, taken into consideration in its integrative and mandatory function, becomes an instrument of negotiation justice, herald of remedial solutions different from those foreseen by law. Within the supremacy of contractual freedom, the foreshadowing of a judicial review on private agreements is due to the ever-increasing need for protection of the weak contractual party, poorly protected by the remedies provided for by law in the event of unforeseen supervening circumstances. By giving priority to contract conservative remedies, and abandoning the subsumptive method, it must strive, with continuous effort, towards solutions aimed at preserving the requests for protection of the contracting parties, under the guidance of a remedial hermeneutic based on adequacy, solidarity, reasonableness and effectiveness.

Debitore dei princípi affermati dal giudice di prime cure nell’ordinanza del Tribunale di Roma del 27 agosto 2020, il presente contributo offre lo spunto ad alcune riflessioni circa l’affermazione di un generale obbligo di rinegoziazione dei contratti di durata squilibrati da sopravvenienze. La buona fede integrativa, in funzione cogente, diviene strumento di giustizia negoziale foriero di soluzioni rimediali differenti da quelle legislativamente previste. Nel dominio dell’autonomia negoziale, la prefigurazione di un sindacato giudiziale sulle pattuizioni private si giustifica in funzione della sempre crescente necessità di tutela di un contraente debole scarsamente protetto dai rimedi previsti dalla legge al verificarsi di eventi perturbativi sopravvenuti. Privilegiando soluzioni conservative dei vincoli contrattuali, ed abbandonando il metodo sussuntivo, deve tendersi con sforzo continuo verso soluzioni atte a preservare le istanze di tutela dei contraenti, sotto la guida di un’ermeneutica rimediale fondata su adeguatezza, solidarietà, ragionevolezza ed effettività.

Locazione commerciale e contratti di durata: buona fede, rinegoziazione e intervento del giudice sul regolamento d’interessi

Di Giammarco Giulia
2021-01-01

Abstract

Debtor of the principles affirmed by the first instance judge in the order issued by the Court of Rome on the 27th August 2020, this contribution offers the starting point for some reflections regarding the affirmation of a general obligation to renegotiate long-term contracts unbalanced by supervening contractual circumstances. The concept of “bona fides”, taken into consideration in its integrative and mandatory function, becomes an instrument of negotiation justice, herald of remedial solutions different from those foreseen by law. Within the supremacy of contractual freedom, the foreshadowing of a judicial review on private agreements is due to the ever-increasing need for protection of the weak contractual party, poorly protected by the remedies provided for by law in the event of unforeseen supervening circumstances. By giving priority to contract conservative remedies, and abandoning the subsumptive method, it must strive, with continuous effort, towards solutions aimed at preserving the requests for protection of the contracting parties, under the guidance of a remedial hermeneutic based on adequacy, solidarity, reasonableness and effectiveness.
2021
Debitore dei princípi affermati dal giudice di prime cure nell’ordinanza del Tribunale di Roma del 27 agosto 2020, il presente contributo offre lo spunto ad alcune riflessioni circa l’affermazione di un generale obbligo di rinegoziazione dei contratti di durata squilibrati da sopravvenienze. La buona fede integrativa, in funzione cogente, diviene strumento di giustizia negoziale foriero di soluzioni rimediali differenti da quelle legislativamente previste. Nel dominio dell’autonomia negoziale, la prefigurazione di un sindacato giudiziale sulle pattuizioni private si giustifica in funzione della sempre crescente necessità di tutela di un contraente debole scarsamente protetto dai rimedi previsti dalla legge al verificarsi di eventi perturbativi sopravvenuti. Privilegiando soluzioni conservative dei vincoli contrattuali, ed abbandonando il metodo sussuntivo, deve tendersi con sforzo continuo verso soluzioni atte a preservare le istanze di tutela dei contraenti, sotto la guida di un’ermeneutica rimediale fondata su adeguatezza, solidarietà, ragionevolezza ed effettività.
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