Il testo prende le mosse dall'esposizione delle principali tappe del processo storico che ha portato alla definitiva distinzione tra autorità religiosa e autorità mondana in Europa. Dopo avere identificato il fondamento della politica nella libertà della Chiesa; ed il fondamento dello Stato nella libertà religiosa; l'Autore giunge a due ordini di conclusioni: la prima è che il cristianesimo ha giocato un ruolo fondamentale nell'avvio e nello sviluppo della secolarizzazione. La seconda, che a suo avviso merita di essere chiarita e messa alla prova dei tempi, consiste nella pretesa di relegare lo Stato e la politica negli angusti confini della mondanità, ovvero, nella pretesa di escludere che Stato e politica abbiano implicazioni spirituali. Egli intende quindi mettere alla prova l'idea che lo Stato liberale di diritto possa resistere, a scapito delle molte lacerazioni che ne frammentano il corpo sociale, senza operare un riferimento a principi e valori ad esso paradossalmente estranei. Considerando il problema sotto questa specifica prospettiva, appare chiaro come due concetti affatto estranei alla tradizione europea, quali il principio di tolleranza ed un "sana laicità", possano rappresentare la chiave di volta che ci consenta di superare le contraddizioni implicite e le tensioni irrisolte che ancora oggi attraversano la nostra società post-moderna e secolarizzata.

Secolarizzazione e fattore religioso: una nuova convivenza

S. Mangiameli
2017-01-01

Abstract

Il testo prende le mosse dall'esposizione delle principali tappe del processo storico che ha portato alla definitiva distinzione tra autorità religiosa e autorità mondana in Europa. Dopo avere identificato il fondamento della politica nella libertà della Chiesa; ed il fondamento dello Stato nella libertà religiosa; l'Autore giunge a due ordini di conclusioni: la prima è che il cristianesimo ha giocato un ruolo fondamentale nell'avvio e nello sviluppo della secolarizzazione. La seconda, che a suo avviso merita di essere chiarita e messa alla prova dei tempi, consiste nella pretesa di relegare lo Stato e la politica negli angusti confini della mondanità, ovvero, nella pretesa di escludere che Stato e politica abbiano implicazioni spirituali. Egli intende quindi mettere alla prova l'idea che lo Stato liberale di diritto possa resistere, a scapito delle molte lacerazioni che ne frammentano il corpo sociale, senza operare un riferimento a principi e valori ad esso paradossalmente estranei. Considerando il problema sotto questa specifica prospettiva, appare chiaro come due concetti affatto estranei alla tradizione europea, quali il principio di tolleranza ed un "sana laicità", possano rappresentare la chiave di volta che ci consenta di superare le contraddizioni implicite e le tensioni irrisolte che ancora oggi attraversano la nostra società post-moderna e secolarizzata.
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