Recensione al saggio di Francesco Piva "Uccidere senza odio. Pedagogia di guerra nella storia della Gioventù cattolica italiana" che ricostruisce la pedagogia di guerra elaborata dalla Società della Gioventù cattolica italiana, dalla sua fondazione nel 1868 fino alla caduta del fascismo, diretta a trasformare il giovane cattolico da civile in soldato, cioè in un cristiano in grado di uccidere senza odiare. In un contesto storico che vide l’Italia coinvolta in numerosi conflitti bellici – dalla Breccia di Porta Pia alle imprese coloniali a cavallo fra Otto e Novecento, dalla Grande Guerra alla campagna d’Etiopia al secondo conflitto mondiale – l’Associazione andò configurando per i suoi iscritti una strategia educativa che non si limitasse solo all’obbedienza all’autorità costituita, ma che lo istruisse a distinguersi come leader per coraggio e per capacità militari.

Recensione a: Francesco Piva, Uccidere senza odio. Pedagogia di guerra nella storia della Gioventù cattolica italiana. 1868-1943 (Milano, Franco Angeli, 2015)

fabio di giannatale
2017-01-01

Abstract

Recensione al saggio di Francesco Piva "Uccidere senza odio. Pedagogia di guerra nella storia della Gioventù cattolica italiana" che ricostruisce la pedagogia di guerra elaborata dalla Società della Gioventù cattolica italiana, dalla sua fondazione nel 1868 fino alla caduta del fascismo, diretta a trasformare il giovane cattolico da civile in soldato, cioè in un cristiano in grado di uccidere senza odiare. In un contesto storico che vide l’Italia coinvolta in numerosi conflitti bellici – dalla Breccia di Porta Pia alle imprese coloniali a cavallo fra Otto e Novecento, dalla Grande Guerra alla campagna d’Etiopia al secondo conflitto mondiale – l’Associazione andò configurando per i suoi iscritti una strategia educativa che non si limitasse solo all’obbedienza all’autorità costituita, ma che lo istruisse a distinguersi come leader per coraggio e per capacità militari.
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