La vicenda dell’imperatore Valeriano diviene paradigmatica dei rapporti di forza tra il mondo romano e quello orientale attraverso la rilettura di un capitolo tra i meno gloriosi e sicuramente più imbarazzanti della storia e della civiltà dell’Urbe, della sua espansione, della sua vocazione e del suo ruolo di potenza. La sorte dell’imperatore, unico porporato a essere caduto in mani nemiche e rimasto prigioniero in condizioni umilianti (per quanto molti particolari, tutt’altro che secondari, restino ancora avvolti dal mistero), ha assunto nel corso dei secoli una particolare accezione simbolica, tanto da essere evocata ai giorni nostri sia dall’ex sindaco di Londra Boris Johnson, il 17 dicembre 2013, come parametro di un simulacro di potere, sia dal cardinale Angelo Bagnasco che nella sua omelia del 10 agosto 2016 lo esemplifica quale persecutore dei cristiani: “meschino (…) che si illudeva della sua potenza”.

L’imperatore prigioniero - Valeriano, la Persia e la disfatta di Edessa.

Luigi Sandirocco
2017-01-01

Abstract

La vicenda dell’imperatore Valeriano diviene paradigmatica dei rapporti di forza tra il mondo romano e quello orientale attraverso la rilettura di un capitolo tra i meno gloriosi e sicuramente più imbarazzanti della storia e della civiltà dell’Urbe, della sua espansione, della sua vocazione e del suo ruolo di potenza. La sorte dell’imperatore, unico porporato a essere caduto in mani nemiche e rimasto prigioniero in condizioni umilianti (per quanto molti particolari, tutt’altro che secondari, restino ancora avvolti dal mistero), ha assunto nel corso dei secoli una particolare accezione simbolica, tanto da essere evocata ai giorni nostri sia dall’ex sindaco di Londra Boris Johnson, il 17 dicembre 2013, come parametro di un simulacro di potere, sia dal cardinale Angelo Bagnasco che nella sua omelia del 10 agosto 2016 lo esemplifica quale persecutore dei cristiani: “meschino (…) che si illudeva della sua potenza”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/98975
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