In the last decades of the twentieth century, Theatre Studies underwent a major paradigm shift under the drive of the powerful, but also contested, concept of performance. Alongside traditional approaches centered on Western notions such as theater and drama, the interdisciplinary and multi-cultural field of Performance Studies emerged. Aim of the paper is to elucidate some paths along which the so called “Toronto School” (M. McLuhan, H. Innis, E. Havelock, W. Ong, among others) influenced this shift and to suggest how these two intellectual traditions can productively meet and cooperate in the theoretical framework of the post-disciplinary Humanities of the twenty-first century. A key fact, whereby these approaches can be put in relation, is that both were triggered by the awareness of belonging to a period of rapid metamorphosis in the human sensory apparatus from the age of literacy toward a new set of communication skills and tools supported by electricity. The main difference (which, after all, is probably the reason why their paths have never actually crossed so far) is that many extensions of the “Toronto School” have investigated especially the world of electric and electronic media; while Performance Studies have addressed especially live embodied practices and behaviours (either artistic or not). However, in a comprehensive “media ecology” approach, this gap is anything but unbridgeable, the linking ground being orality as a cognitive skill.

Nelle ultime decadi del ventesimo secolo gli studi teatrali sono andati incontro a una significativa trasformazione del loro paradigma disciplinare grazie alla spinta del potente e controverso concetto di performance; così che al fianco dei tradizionali approcci centrati sulle nozioni occidentali di teatro e di dramma è emerso un campo di indagine interdisciplinare e multi-culturale denominato Performance Studies. Il saggio ha due obiettivi: primo, delucidare alcuni percorsi attraverso i quali la cosiddetta “Scuola di Toronto” (tra gli altri M. McLuhan, H. Innis, E. Havelock, W. Ong) ha influenzato questo cambiamento; secondo, suggerire come queste due tradizioni intellettuali possono incontrarsi e cooperare proficuamente nel quadro teoretico delle discipline umanistiche post-disciplinari del ventunesimo secolo. Un punto decisivo grazie al quale questi due approcci possono essere messi in relazione sta nel fatto che entrambi sono stati innescati dalla consapevolezza di appartenere a un periodo storico di rapida transizione nell’apparato sensoriale umano dal predominio della scrittura a un insieme di capacità e di strumenti di comunicazione supportati dalla tecnologia elettrica. La principale differenza (forse la ragione stessa per cui i loro percorsi non si sono fin qui incrociati) consiste nel fatto che la gran parte dei continuatori della “Scuola di Toronto” ha indagato specialmente il mondo dei media elettrici ed elettronici, mentre i Performance Studies si sono rivolti quasi esclusivamente allo studio di pratiche e comportamenti dal vivo (artistici o meno). In ogni caso, in un approccio esaustivo alla “ecologia dei media”, questo scarto è tutt’altro che insormontabile: il terreno comune è infatti l’oralità in quanto facoltà cognitiva.

Toronto School’s Influence on the Paradigm Shift From Theater Studies to Performance Studies

Deriu Fabrizio
2016-01-01

Abstract

In the last decades of the twentieth century, Theatre Studies underwent a major paradigm shift under the drive of the powerful, but also contested, concept of performance. Alongside traditional approaches centered on Western notions such as theater and drama, the interdisciplinary and multi-cultural field of Performance Studies emerged. Aim of the paper is to elucidate some paths along which the so called “Toronto School” (M. McLuhan, H. Innis, E. Havelock, W. Ong, among others) influenced this shift and to suggest how these two intellectual traditions can productively meet and cooperate in the theoretical framework of the post-disciplinary Humanities of the twenty-first century. A key fact, whereby these approaches can be put in relation, is that both were triggered by the awareness of belonging to a period of rapid metamorphosis in the human sensory apparatus from the age of literacy toward a new set of communication skills and tools supported by electricity. The main difference (which, after all, is probably the reason why their paths have never actually crossed so far) is that many extensions of the “Toronto School” have investigated especially the world of electric and electronic media; while Performance Studies have addressed especially live embodied practices and behaviours (either artistic or not). However, in a comprehensive “media ecology” approach, this gap is anything but unbridgeable, the linking ground being orality as a cognitive skill.
2016
Nelle ultime decadi del ventesimo secolo gli studi teatrali sono andati incontro a una significativa trasformazione del loro paradigma disciplinare grazie alla spinta del potente e controverso concetto di performance; così che al fianco dei tradizionali approcci centrati sulle nozioni occidentali di teatro e di dramma è emerso un campo di indagine interdisciplinare e multi-culturale denominato Performance Studies. Il saggio ha due obiettivi: primo, delucidare alcuni percorsi attraverso i quali la cosiddetta “Scuola di Toronto” (tra gli altri M. McLuhan, H. Innis, E. Havelock, W. Ong) ha influenzato questo cambiamento; secondo, suggerire come queste due tradizioni intellettuali possono incontrarsi e cooperare proficuamente nel quadro teoretico delle discipline umanistiche post-disciplinari del ventunesimo secolo. Un punto decisivo grazie al quale questi due approcci possono essere messi in relazione sta nel fatto che entrambi sono stati innescati dalla consapevolezza di appartenere a un periodo storico di rapida transizione nell’apparato sensoriale umano dal predominio della scrittura a un insieme di capacità e di strumenti di comunicazione supportati dalla tecnologia elettrica. La principale differenza (forse la ragione stessa per cui i loro percorsi non si sono fin qui incrociati) consiste nel fatto che la gran parte dei continuatori della “Scuola di Toronto” ha indagato specialmente il mondo dei media elettrici ed elettronici, mentre i Performance Studies si sono rivolti quasi esclusivamente allo studio di pratiche e comportamenti dal vivo (artistici o meno). In ogni caso, in un approccio esaustivo alla “ecologia dei media”, questo scarto è tutt’altro che insormontabile: il terreno comune è infatti l’oralità in quanto facoltà cognitiva.
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