Il testo I. 1.11.9 Sed et illud utriusque adoptionis commune est, quod et hi, qui generare non possunt, quales sunt spadones, adoptare possunt, castrati autem non possunt come riportato in PT 1.11.9 di Teofilo si presta a una duplice interpretazione in tema di adoptio. A una lettura testuale sembrerebbe evidenziare una prassi già consolidata in età classica e, quindi, giunta in epoca giustinianea; una lettura esegetica, approfondita e complessiva, che comprenda il vissuto dell’autore, la sua riconosciuta cultura giuridica e la sua solida esperienza di didatta, fa emergere, invece, un elemento di innovazione

Teofilo di Costantinopoli. Riflessione su PT 1.11.9 = I. 1.11.9 tra novità e precisazione

SANDIROCCO, LUIGI
2017-01-01

Abstract

Il testo I. 1.11.9 Sed et illud utriusque adoptionis commune est, quod et hi, qui generare non possunt, quales sunt spadones, adoptare possunt, castrati autem non possunt come riportato in PT 1.11.9 di Teofilo si presta a una duplice interpretazione in tema di adoptio. A una lettura testuale sembrerebbe evidenziare una prassi già consolidata in età classica e, quindi, giunta in epoca giustinianea; una lettura esegetica, approfondita e complessiva, che comprenda il vissuto dell’autore, la sua riconosciuta cultura giuridica e la sua solida esperienza di didatta, fa emergere, invece, un elemento di innovazione
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/98387
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact