The Risorgimental movement considered Dante not only one of the founding figures of the Italian nation, but the archetypal Italian itself. Dante studies began in the first decades of the nineteenth century, particularly thanks to the political exiles, who projected on Dante – an exile himself – their own condition. Subsequently the debate on Dante’s political thought spread across Italy, promoting a sort of “Dantemania”, which, from the intellectual elite spread to the popular culture. The reactionary political forces – and in particular the Jesuits –, however, criticized the Risorgimental interpretation of the Florentine writer. The members of the Company of Jesus offered instead an image of Dante who was respectful of the Catholic dogmas and of ecclesiastical authority.

Dante rappresentò per le generazioni risorgimentali non solamente una delle tante figure profonde o di parentela da cui, nell’immaginario collettivo, discendeva la nazione italiana, ma l’archetipo stesso dell’italiano di ogni epoca. La rinascita degli studi danteschi era stata promossa, nei primi decenni dell’Ottocento, soprattutto dagli esuli politici che, attraverso un processo d’immedesimazione, avevano proiettato sul presente risorgimentale la biografia politica e personale dell’esule fiorentino. Dai luoghi dell’emigrazione politica il dibattito sul pensiero politico di Dante si diffuse anche in Italia alimentando una sorta di «Dantemania» che dall’élite intellettuale e politica si estese alla cultura popolare. Contro la lettura filorisorgimentale dell’opera del Fiorentino reagì, però, la pubblicistica legittimistica e reazionaria, in particolare i padri della Compagnia di Gesù, i quali si adoperarono per denunciare gli abbagli e i paradossi presenti nelle interpretazioni di chi aveva eletto l’autore della Commedia ad antesignano dell’indipendenza nazionale, promuovendo al tempo stesso commenti alternativi che offrivano un’immagine di Dante rispettoso dei dogmi del cattolicesimo e dell’autorità pontificia.

Il “cantore della rettitudine evangelica e cattolica”. Gesuiti interpreti di Dante nel Risorgimento

DI GIANNATALE, FABIO
2017-01-01

Abstract

The Risorgimental movement considered Dante not only one of the founding figures of the Italian nation, but the archetypal Italian itself. Dante studies began in the first decades of the nineteenth century, particularly thanks to the political exiles, who projected on Dante – an exile himself – their own condition. Subsequently the debate on Dante’s political thought spread across Italy, promoting a sort of “Dantemania”, which, from the intellectual elite spread to the popular culture. The reactionary political forces – and in particular the Jesuits –, however, criticized the Risorgimental interpretation of the Florentine writer. The members of the Company of Jesus offered instead an image of Dante who was respectful of the Catholic dogmas and of ecclesiastical authority.
2017
Dante rappresentò per le generazioni risorgimentali non solamente una delle tante figure profonde o di parentela da cui, nell’immaginario collettivo, discendeva la nazione italiana, ma l’archetipo stesso dell’italiano di ogni epoca. La rinascita degli studi danteschi era stata promossa, nei primi decenni dell’Ottocento, soprattutto dagli esuli politici che, attraverso un processo d’immedesimazione, avevano proiettato sul presente risorgimentale la biografia politica e personale dell’esule fiorentino. Dai luoghi dell’emigrazione politica il dibattito sul pensiero politico di Dante si diffuse anche in Italia alimentando una sorta di «Dantemania» che dall’élite intellettuale e politica si estese alla cultura popolare. Contro la lettura filorisorgimentale dell’opera del Fiorentino reagì, però, la pubblicistica legittimistica e reazionaria, in particolare i padri della Compagnia di Gesù, i quali si adoperarono per denunciare gli abbagli e i paradossi presenti nelle interpretazioni di chi aveva eletto l’autore della Commedia ad antesignano dell’indipendenza nazionale, promuovendo al tempo stesso commenti alternativi che offrivano un’immagine di Dante rispettoso dei dogmi del cattolicesimo e dell’autorità pontificia.
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