La specifica disciplina del sistema ferroviario tedesco da parte delle Carte costituzionali del 1849, del 1871 e del 1919 era il frutto di particolari condizioni storiche; quella recata oggi dalla Grundgesetz risulta essere, invece, il frutto di un'unica esigenza: garantire la concorrenza nel mercato, specie a seguito dei ripetuti e sempre più invasivi interventi del diritto dell'Unione europea. Parte della dottrina, tuttavia, pur ammettendo che la disciplina costituzionale del settore sia foriera di incertezze interpretative (anche in ragione della tecnica legislativa utilizzata) e che, nonostante la riforma del 1993, il quadro normativo interno e gli sviluppi del sistema restino ancora insoddisfacenti (soprattutto in ordine alla posizione dominante mantenuta ancora sul mercato dalla DB AG), qualifica come particolarmente proficue le iniziative intraprese sul piano europeo, specie con riferimento alla separazione strutturale delle infrastrutture ferroviarie dal traffico, alla completa apertura del mercato nel settore del trasporto ferroviario di passeggeri, alla semplificazione e al consolidamento dei pacchetti di direttive concernenti il settore. Il saggio muove da una ricostruzione storica della disciplina costituzionale delle ferrovie tedesche - dalla Costituzione di Francoforte alla legislazione approvata sotto III Reich - e si sofferma, quindi, su quella posta dalla Grundgesetz del 1949, come modificata nel 1993; da questo punto di vista, esso analizza diverse questioni: il riparto della competenza legislativa tra Bund e Länder, la disciplina recata dalla legge generale sulle ferrovie (AEG) e dai regolamenti del Governo federale, il problema dell'amministrazione delle ferrovie da parte del Bund e della loro gestione da parte di imprese private, il trasporto ferroviario locale di persone.
LA DISCIPLINA COSTITUZIONALE DEL SISTEMA FERROVIARIO TEDESCO
Enzo Di Salvatore
2017-01-01
Abstract
La specifica disciplina del sistema ferroviario tedesco da parte delle Carte costituzionali del 1849, del 1871 e del 1919 era il frutto di particolari condizioni storiche; quella recata oggi dalla Grundgesetz risulta essere, invece, il frutto di un'unica esigenza: garantire la concorrenza nel mercato, specie a seguito dei ripetuti e sempre più invasivi interventi del diritto dell'Unione europea. Parte della dottrina, tuttavia, pur ammettendo che la disciplina costituzionale del settore sia foriera di incertezze interpretative (anche in ragione della tecnica legislativa utilizzata) e che, nonostante la riforma del 1993, il quadro normativo interno e gli sviluppi del sistema restino ancora insoddisfacenti (soprattutto in ordine alla posizione dominante mantenuta ancora sul mercato dalla DB AG), qualifica come particolarmente proficue le iniziative intraprese sul piano europeo, specie con riferimento alla separazione strutturale delle infrastrutture ferroviarie dal traffico, alla completa apertura del mercato nel settore del trasporto ferroviario di passeggeri, alla semplificazione e al consolidamento dei pacchetti di direttive concernenti il settore. Il saggio muove da una ricostruzione storica della disciplina costituzionale delle ferrovie tedesche - dalla Costituzione di Francoforte alla legislazione approvata sotto III Reich - e si sofferma, quindi, su quella posta dalla Grundgesetz del 1949, come modificata nel 1993; da questo punto di vista, esso analizza diverse questioni: il riparto della competenza legislativa tra Bund e Länder, la disciplina recata dalla legge generale sulle ferrovie (AEG) e dai regolamenti del Governo federale, il problema dell'amministrazione delle ferrovie da parte del Bund e della loro gestione da parte di imprese private, il trasporto ferroviario locale di persone.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.