La crisi economica esplosa dopo il 2008 ha avuto effetti intensi sull’economia italiana, investendo tutti i settori e i diversi sistemi produttivi. La (lunga) recessione si è intersecata con problemi già esistenti e processi di ristrutturazione in corso. In tale contesto, le aree produttive delle regioni meridionali, spesso caratterizzate da maggiori limiti di competitività delle imprese, specializzazioni a basso contenuto tecnologico, minori dotazioni di infrastrutture materiali e immateriali, hanno sofferto un più marcato indebolimento, se non addirittura un esaurimento dei loro percorsi di sviluppo. Anche per questo le possibili risposte per il/del Mezzogiorno sono diventate un tema centrale dell’attuale dibattito scientifico e politico-sociale. E in tale ambito sempre più si sottolinea l’importanza delle capacità del contesto istituzionale locale di produrre beni collettivi. L’articolo si propone di contribuire a tale dibattito attraverso un’analisi del sistema produttivo dell’automotive in Val di Sangro, situato nella regione Abruzzo, specializzato nella produzione di furgoni, scooter, motocicli e componentistica per autoveicoli. Un’“area di vitalità economica”, che però nel corso degli ultimi decenni ha conosciuto un rallentamento del suo sviluppo e l’emergere di elementi di debolezza. L’obiettivo dell’articolo è esaminare i fattori che influiscono sulle difficoltà dell’area, così come quelli che sono alla base di eventuali segnali di dinamismo, ossia delle risposte più innovative e/o promettenti degli operatori economici e degli altri attori del territorio. L'analisi si basa su uno studio di caso effettuato utilizzando tecniche diverse (analisi di documenti e dati secondari di varie fonti, interviste semi-strutturate a rappresentanti di associazioni datoriali, sindacati, enti pubblici, imprenditori e manager, focus-group con imprenditori e manager di imprese locali). Essa ricostruisce innanzitutto le origini del sistema produttivo, legate all’insediamento di grandi imprese multinazionali, che hanno alimentato varie iniziative locali di subfornitura. E ricostruisce poi gli sviluppi successivi. Dall’analisi emergono problemi di riposizionamento del sistema. Tuttavia, emergono anche importanti tentativi di risposta: una varietà di iniziative finalizzate ad aumentare le possibilità/capacità di innovazione di processi e prodotti, promosse più spesso dalle piccole e medie imprese della vallata, agevolate dalla cooperazione, dalla “facilità di dialogo” che caratterizza l’area. In tale ambito, si sottolinea in particolare il ruolo di alcune imprese strategicamente orientate a produzioni di qualità, innovazione, esportazioni, valorizzazione e sviluppo delle risorse umane.

Cambiamenti, strategie, innovazioni nel sistema produttivo dell’automotive in Val di Sangro

Pedaci Marcello
2015-01-01

Abstract

La crisi economica esplosa dopo il 2008 ha avuto effetti intensi sull’economia italiana, investendo tutti i settori e i diversi sistemi produttivi. La (lunga) recessione si è intersecata con problemi già esistenti e processi di ristrutturazione in corso. In tale contesto, le aree produttive delle regioni meridionali, spesso caratterizzate da maggiori limiti di competitività delle imprese, specializzazioni a basso contenuto tecnologico, minori dotazioni di infrastrutture materiali e immateriali, hanno sofferto un più marcato indebolimento, se non addirittura un esaurimento dei loro percorsi di sviluppo. Anche per questo le possibili risposte per il/del Mezzogiorno sono diventate un tema centrale dell’attuale dibattito scientifico e politico-sociale. E in tale ambito sempre più si sottolinea l’importanza delle capacità del contesto istituzionale locale di produrre beni collettivi. L’articolo si propone di contribuire a tale dibattito attraverso un’analisi del sistema produttivo dell’automotive in Val di Sangro, situato nella regione Abruzzo, specializzato nella produzione di furgoni, scooter, motocicli e componentistica per autoveicoli. Un’“area di vitalità economica”, che però nel corso degli ultimi decenni ha conosciuto un rallentamento del suo sviluppo e l’emergere di elementi di debolezza. L’obiettivo dell’articolo è esaminare i fattori che influiscono sulle difficoltà dell’area, così come quelli che sono alla base di eventuali segnali di dinamismo, ossia delle risposte più innovative e/o promettenti degli operatori economici e degli altri attori del territorio. L'analisi si basa su uno studio di caso effettuato utilizzando tecniche diverse (analisi di documenti e dati secondari di varie fonti, interviste semi-strutturate a rappresentanti di associazioni datoriali, sindacati, enti pubblici, imprenditori e manager, focus-group con imprenditori e manager di imprese locali). Essa ricostruisce innanzitutto le origini del sistema produttivo, legate all’insediamento di grandi imprese multinazionali, che hanno alimentato varie iniziative locali di subfornitura. E ricostruisce poi gli sviluppi successivi. Dall’analisi emergono problemi di riposizionamento del sistema. Tuttavia, emergono anche importanti tentativi di risposta: una varietà di iniziative finalizzate ad aumentare le possibilità/capacità di innovazione di processi e prodotti, promosse più spesso dalle piccole e medie imprese della vallata, agevolate dalla cooperazione, dalla “facilità di dialogo” che caratterizza l’area. In tale ambito, si sottolinea in particolare il ruolo di alcune imprese strategicamente orientate a produzioni di qualità, innovazione, esportazioni, valorizzazione e sviluppo delle risorse umane.
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