L’articolo si focalizza sull’insicurezza soggettiva, o cognitive job insecurity, definita come la percezione di una minaccia per la continuità della propria situazione lavorativa e come il senso di impotenza o di mancanza di potere di fronte a tale minaccia. Utilizzando i dati di un’indagine nazionale sulle condizioni di lavoro degli occupati italiani, esplora in che modo alcune caratteristiche socio-anagrafiche, professionali, del contesto lavorativo e istituzionale influenzano tale percezione, comparando quanto avviene tra i lavoratori con rapporti non-standard e tra quelli assunti a tempo indeterminato (scontato è l’effetto esercitato dal tipo di relazione di lavoro). Per entrambi i gruppi viene confermata l’importanza del livello della retribuzione, delle responsabilità familiari, così come del far parte di un’organizzazione di lavoratori. Al contrario, poco significative risultano, tra coloro che hanno rapporti atipici, variabili solitamente ritenute importanti, come le competenze e la professione; che in questi casi sembrano proteggere in modo assai limitato dall’insicurezza e dal senso di impotenza circa la continuità (desiderata) della propria situazione lavorativa.

Le determinanti dell'insicurezza del lavoro

Pedaci Marcello
2014-01-01

Abstract

L’articolo si focalizza sull’insicurezza soggettiva, o cognitive job insecurity, definita come la percezione di una minaccia per la continuità della propria situazione lavorativa e come il senso di impotenza o di mancanza di potere di fronte a tale minaccia. Utilizzando i dati di un’indagine nazionale sulle condizioni di lavoro degli occupati italiani, esplora in che modo alcune caratteristiche socio-anagrafiche, professionali, del contesto lavorativo e istituzionale influenzano tale percezione, comparando quanto avviene tra i lavoratori con rapporti non-standard e tra quelli assunti a tempo indeterminato (scontato è l’effetto esercitato dal tipo di relazione di lavoro). Per entrambi i gruppi viene confermata l’importanza del livello della retribuzione, delle responsabilità familiari, così come del far parte di un’organizzazione di lavoratori. Al contrario, poco significative risultano, tra coloro che hanno rapporti atipici, variabili solitamente ritenute importanti, come le competenze e la professione; che in questi casi sembrano proteggere in modo assai limitato dall’insicurezza e dal senso di impotenza circa la continuità (desiderata) della propria situazione lavorativa.
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