Il problema delle carceri e della riforma dei sistemi penitenziari diventa in Europa, soprattutto a partire dagli anni Trenta dell’800, banco di prova per tutta l’intellettualità liberale europea, che su quella questione ha visto alimentarsi un conflitto mai pretestuoso, attraverso il quale si sono misurati non solo le convinzioni, ma anche il prestigio personale e professionale dei singoli o di intere categorie di intellettuali. Uno sforzo di comunicazione intenso fra istanze di elaborazione teorica e quelle di trasformazione concreta delle strutture, con scelte politiche e istituzionali operate sulla base degli orientamenti acquisiti in virtù di opzioni ideologiche diverse. Tocqueville (con il suo amico Beaumont) dopo la ricerca condotta sul campo negli USA, diventa riferimento europeo per l’intero dibattito e ha in Italia come interlocutore Pasquale Stanislao Mancini. Il liberalismo di Mancini, segnato da quella esperienza, rimarrà caratterizzato, a partire dalla riflessione sul diritto di punire, da quell’eclettismo culturale e caratteriale che ha caratterizzato la sua biografia, facendone un esponente non chiuso del moderatismo, consentendogli di rimanere una voce importante tra quegli uomini sempre in bilico fra lo studio e l’azione che sono stati i protagonisti del nostro Risorgimento.[...]

Mancini, Tocqueville e la riflessione politica sulla questione penitenziaria

NOTO, Adolfo
2007-01-01

Abstract

Il problema delle carceri e della riforma dei sistemi penitenziari diventa in Europa, soprattutto a partire dagli anni Trenta dell’800, banco di prova per tutta l’intellettualità liberale europea, che su quella questione ha visto alimentarsi un conflitto mai pretestuoso, attraverso il quale si sono misurati non solo le convinzioni, ma anche il prestigio personale e professionale dei singoli o di intere categorie di intellettuali. Uno sforzo di comunicazione intenso fra istanze di elaborazione teorica e quelle di trasformazione concreta delle strutture, con scelte politiche e istituzionali operate sulla base degli orientamenti acquisiti in virtù di opzioni ideologiche diverse. Tocqueville (con il suo amico Beaumont) dopo la ricerca condotta sul campo negli USA, diventa riferimento europeo per l’intero dibattito e ha in Italia come interlocutore Pasquale Stanislao Mancini. Il liberalismo di Mancini, segnato da quella esperienza, rimarrà caratterizzato, a partire dalla riflessione sul diritto di punire, da quell’eclettismo culturale e caratteriale che ha caratterizzato la sua biografia, facendone un esponente non chiuso del moderatismo, consentendogli di rimanere una voce importante tra quegli uomini sempre in bilico fra lo studio e l’azione che sono stati i protagonisti del nostro Risorgimento.[...]
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