Emilio Cocco analizza gli eventi politico e mediatici che immediatamente prima del 1991 hanno accompagnato lo scoppio delle ostilità tra la Repubblica di Croazia e le forze serbo-jugoslave in seguito alla rivolta secessionista serba e al successivo intervento pro-serbo dell’esercito jugoslavo. In particolare, l’articolo sottolinea come il vero scoppio delle ostilità militari sia stato preceduto da un intensa campagna mediatica e culturale finalizzata alla promozione dell’odio interetnico tra serbi e croati, tanto che lo storico Hayden ha parlato di una vera e propria “guerra civile verbale” (Hayden 1994). Ovviamente, una simile operazione di propaganda mediatica era funzionale alla diffusione del senso di minaccia e alla polarizzazione emotiva secondo parametri etnici che andavano a coincidere con le linee di divisione tra amico e nemico. Conseguentemente, una siffatta costruzione di stati psicologici da fronte militare rispondeva alla duplice esigenza di screditare profondamente l’esperienza jugoslava e l’unione serbo croata da un parte e di consolidare l’unità etno-nazionale dei croati dall’altra.Pertanto, l’articolo suggerisce che il conflitto militare tra serbi e croati non sia né semplicemente riconducibile ad antagonism primordiali né ad una forma cospirazione politica. Al contrario, il conflitto è stato preceduto da una mobilitazione politica delle emozioni collettive che ha creato le condizioni per lo scoppio reale delle ostilità
Strategie di de-conciliazione. Manipolazione della morte e rievocazione dei massacri nel conflitto serbo-croato.
COCCO, EMILIO
2001-01-01
Abstract
Emilio Cocco analizza gli eventi politico e mediatici che immediatamente prima del 1991 hanno accompagnato lo scoppio delle ostilità tra la Repubblica di Croazia e le forze serbo-jugoslave in seguito alla rivolta secessionista serba e al successivo intervento pro-serbo dell’esercito jugoslavo. In particolare, l’articolo sottolinea come il vero scoppio delle ostilità militari sia stato preceduto da un intensa campagna mediatica e culturale finalizzata alla promozione dell’odio interetnico tra serbi e croati, tanto che lo storico Hayden ha parlato di una vera e propria “guerra civile verbale” (Hayden 1994). Ovviamente, una simile operazione di propaganda mediatica era funzionale alla diffusione del senso di minaccia e alla polarizzazione emotiva secondo parametri etnici che andavano a coincidere con le linee di divisione tra amico e nemico. Conseguentemente, una siffatta costruzione di stati psicologici da fronte militare rispondeva alla duplice esigenza di screditare profondamente l’esperienza jugoslava e l’unione serbo croata da un parte e di consolidare l’unità etno-nazionale dei croati dall’altra.Pertanto, l’articolo suggerisce che il conflitto militare tra serbi e croati non sia né semplicemente riconducibile ad antagonism primordiali né ad una forma cospirazione politica. Al contrario, il conflitto è stato preceduto da una mobilitazione politica delle emozioni collettive che ha creato le condizioni per lo scoppio reale delle ostilitàI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.