L’analisi della corsa come metafora della vita con cui Thomas Hobbes descrive le passioni negli Elementi di legge naturale e politica (par. 21) è l’occasione, nel saggio, per mettere in relazione un’idea meccanicistica dell’essere umano con l’attività sportiva. L’essere umano delineato in questa specifica situazione presenta l’immagine di colui che innamorato di se stesso, entra in conflitto con l’altro perché l’altro identico a sé non accetta di riconoscergli qualità e pregi superiori. La corsa, in questo senso, non è solo metafora del continuo movimento degli individui, ma è anche lo strumento che permette ad Hobbes di evidenziare il tratto di vanagloria presente in ciascun essere umano il quale nel primeggiare in una attività sportiva ri-trova tale specifica caratterizzazione narcisistica affermando la propria superiorità fisica.Tale visione fa emergere un paradigma sportivo nel quale una competizione esasperata, una ricerca della vittoria a tutti i costi, una ineliminabile paura di perdere confermano l’attualità del pensiero del filosofo di Malmesbury su un terreno, anche se popolare, poco indagato, come quello sportivo.[...]
Thomas Hobbes – A Page in the History of Sport Philosophy. A Race as a Metaphor
SORGI, Giuseppe
2008-01-01
Abstract
L’analisi della corsa come metafora della vita con cui Thomas Hobbes descrive le passioni negli Elementi di legge naturale e politica (par. 21) è l’occasione, nel saggio, per mettere in relazione un’idea meccanicistica dell’essere umano con l’attività sportiva. L’essere umano delineato in questa specifica situazione presenta l’immagine di colui che innamorato di se stesso, entra in conflitto con l’altro perché l’altro identico a sé non accetta di riconoscergli qualità e pregi superiori. La corsa, in questo senso, non è solo metafora del continuo movimento degli individui, ma è anche lo strumento che permette ad Hobbes di evidenziare il tratto di vanagloria presente in ciascun essere umano il quale nel primeggiare in una attività sportiva ri-trova tale specifica caratterizzazione narcisistica affermando la propria superiorità fisica.Tale visione fa emergere un paradigma sportivo nel quale una competizione esasperata, una ricerca della vittoria a tutti i costi, una ineliminabile paura di perdere confermano l’attualità del pensiero del filosofo di Malmesbury su un terreno, anche se popolare, poco indagato, come quello sportivo.[...]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.