La “confisca allargata” (art. 240-bis c.p.) sembra guadagnare campo nel quadro delle forme di ablazione patrimoniale operanti anche nel micro-sistema del diritto penale dell’ambiente, complice la progressiva estensione del catalogo degli ecodelitti legittimanti l’applicazione della potente misura. Tale linea di politica criminale, recentemente ribadita con l’entrata in vigore della legge n. 137/2023, pone però delicati profili di (ir)ragionevolezza con riferimento alla controversa natura dell’istituto, alla sua ratio e agli effetti, particolarmente afflittivi, attivati nei confronti dei destinatari del provvedimento ablativo. A tali problematiche si aggiungono le complesse questioni interpretative di carattere generale che interessano l’istituto, rese esplicite dai frequenti interventi dei più autorevoli organi giurisdizionali interni e sovranazionali, e che assumono invero connotati peculiari se affrontate con specifico riguardo al micro-sistema del diritto penale dell’ambiente. Il quadro così delineato rischia peraltro di essere sottoposto nell’immediato futuro ad ulteriori “scosse”, in ragione della recente adozione delle Direttive (UE) n. 2024/1260 e n. 2024/1203, rispettivamente in tema di confisca e tutela penale dell’ambiente.
La confisca "allargata" nel micro-sistema degli ecodelitti. Evoluzioni ed involuzioni normative tra diritto interno e fonti sovranazionali
Marco Pierdonati
2024-01-01
Abstract
La “confisca allargata” (art. 240-bis c.p.) sembra guadagnare campo nel quadro delle forme di ablazione patrimoniale operanti anche nel micro-sistema del diritto penale dell’ambiente, complice la progressiva estensione del catalogo degli ecodelitti legittimanti l’applicazione della potente misura. Tale linea di politica criminale, recentemente ribadita con l’entrata in vigore della legge n. 137/2023, pone però delicati profili di (ir)ragionevolezza con riferimento alla controversa natura dell’istituto, alla sua ratio e agli effetti, particolarmente afflittivi, attivati nei confronti dei destinatari del provvedimento ablativo. A tali problematiche si aggiungono le complesse questioni interpretative di carattere generale che interessano l’istituto, rese esplicite dai frequenti interventi dei più autorevoli organi giurisdizionali interni e sovranazionali, e che assumono invero connotati peculiari se affrontate con specifico riguardo al micro-sistema del diritto penale dell’ambiente. Il quadro così delineato rischia peraltro di essere sottoposto nell’immediato futuro ad ulteriori “scosse”, in ragione della recente adozione delle Direttive (UE) n. 2024/1260 e n. 2024/1203, rispettivamente in tema di confisca e tutela penale dell’ambiente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.