Il seguente contributo è incentrato sul palazzo del Bargello di Firenze, di cui si è voluto ricostruire l’evoluzione architettonica nel corso del Duecento ed analizzare senso storico e significazione degli spazi in base ai vari governi succedutisi. La situazione attuale del palazzo, inficiata dai restauri invasivi ottocenteschi condotti da Mazzei, ha richiesto uno studio interdisciplinare. Ai fini di una ricostruzione quanto più verosimile possibile, si è infatti deciso di unire i dati provenienti dalle fonti scritte ad un’analisi di archeologia “leggera”: le murature sono state studiate in maniera stratigrafica, evidenziando così i rapporti temporali tra i vari interventi. I risultati hanno mostrato come la fase iniziale, inseribile nel conteso del Primo Popolo (1250-1260), presentasse un palazzo vicino ai broletti dell’Italia padana giunto ad altre strutture “ancillari” dovute al riuso di edifici precedenti. L’edificio, che mostra stretti legami con il primo palatium communis fiorentino (1208-1236), è per questo inseribile in una precisa politica retorica del governo primo-popolare. La struttura viene poi chiusa tramite una cortina muraria nel 1291, compatibilmente con i bisogni di un governo – quello delle Arti – portatore di una nuova concezione politica. Il palazzo, nel suo modello a Kortilenpalast, si pone come modello sperimentale di quella che a breve sarà la nuova casa dei Priori, Palazzo Vecchio.

Il palazzo del Bargello nel Dugento fiorentino: senso storico e significazione degli spazi. I risultati di un approccio interdisciplinare

Fregoso Vittorio
2020-01-01

Abstract

Il seguente contributo è incentrato sul palazzo del Bargello di Firenze, di cui si è voluto ricostruire l’evoluzione architettonica nel corso del Duecento ed analizzare senso storico e significazione degli spazi in base ai vari governi succedutisi. La situazione attuale del palazzo, inficiata dai restauri invasivi ottocenteschi condotti da Mazzei, ha richiesto uno studio interdisciplinare. Ai fini di una ricostruzione quanto più verosimile possibile, si è infatti deciso di unire i dati provenienti dalle fonti scritte ad un’analisi di archeologia “leggera”: le murature sono state studiate in maniera stratigrafica, evidenziando così i rapporti temporali tra i vari interventi. I risultati hanno mostrato come la fase iniziale, inseribile nel conteso del Primo Popolo (1250-1260), presentasse un palazzo vicino ai broletti dell’Italia padana giunto ad altre strutture “ancillari” dovute al riuso di edifici precedenti. L’edificio, che mostra stretti legami con il primo palatium communis fiorentino (1208-1236), è per questo inseribile in una precisa politica retorica del governo primo-popolare. La struttura viene poi chiusa tramite una cortina muraria nel 1291, compatibilmente con i bisogni di un governo – quello delle Arti – portatore di una nuova concezione politica. Il palazzo, nel suo modello a Kortilenpalast, si pone come modello sperimentale di quella che a breve sarà la nuova casa dei Priori, Palazzo Vecchio.
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