La spettacolarizzazione della disabilità è oggi una tendenza dominante che attraversa vari settori dell’industria culturale: dal cinema alla serialità televisiva, alla moda. Esiste una simmetria imperfetta tra gli albori della società dello spettacolo, in cui il disabile era messo in scena per via della sua immagine spaventosa, e il nostro tempo dove si passa dalla mera estetizzazione a un nuovo feticismo che investe il disabile con un’enorme carica di sex appeal, trasformandolo al contempo in merce spettacolare. All’epoca dei social media l’estetizzazione, insieme alle forme di distinzione e appartenenza, sempre più iscritte nel corpo, assume un ruolo di significazione sociale quasi totalitaria. Tuttavia, come già accaduto nel caso di altre minoranze sessuali, etniche, generazionali ecc., va certamente riconosciuto l’aspetto positivo di tale processo che, rendendo visibile ciò che un tempo era occultato, ne agevola il riconoscimento e l’integrazione.

Introduzione

Nicola Strizzolo
2020-01-01

Abstract

La spettacolarizzazione della disabilità è oggi una tendenza dominante che attraversa vari settori dell’industria culturale: dal cinema alla serialità televisiva, alla moda. Esiste una simmetria imperfetta tra gli albori della società dello spettacolo, in cui il disabile era messo in scena per via della sua immagine spaventosa, e il nostro tempo dove si passa dalla mera estetizzazione a un nuovo feticismo che investe il disabile con un’enorme carica di sex appeal, trasformandolo al contempo in merce spettacolare. All’epoca dei social media l’estetizzazione, insieme alle forme di distinzione e appartenenza, sempre più iscritte nel corpo, assume un ruolo di significazione sociale quasi totalitaria. Tuttavia, come già accaduto nel caso di altre minoranze sessuali, etniche, generazionali ecc., va certamente riconosciuto l’aspetto positivo di tale processo che, rendendo visibile ciò che un tempo era occultato, ne agevola il riconoscimento e l’integrazione.
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