L’originalità di Re-Imagining Democracy in the Mediterranean risiede nella scommessa di identificare il Mediterraneo, compreso il mondo ottomano, come uno spazio dotato di una certa omogeneità e nella tesi che la democrazia moderna avrebbe preso forma simultaneamente nel Nord quanto nel Sud dell’Europa. L’idea che la storia della democrazia non vada pensata e scritta da una prospettiva continentale, limitandosi ai casi di studio dei grandi Paesi nord-europei e occidentali è di certo condivisibile e ha il merito di valorizzare idee e pratiche politiche solitamente malintese o addirittura ignorate. Il rischio, però, è ottenere l’effetto straniante di allargare i confini semantici e concettuali della democrazia includendo un troppo vasto repertorio di spazi, discorsi e atti a volte poco attinenti al processo di trasformazione in senso inclusivo e partecipato della società e delle istituzioni verificatosi tra sette e ottocento. A tal proposito, l’intervento interroga i curatori sulla possibilità di allargare la prospettiva di analisi in senso cronologico, risalendo all’indietro almeno verso le rivoluzioni e le rivolte del XVII secolo.
Democrazia senza rivoluzione: il caso del Mediterraneo nell’età delle rivoluzioni
DI BARTOLOMEO DANIELE
2022-01-01
Abstract
L’originalità di Re-Imagining Democracy in the Mediterranean risiede nella scommessa di identificare il Mediterraneo, compreso il mondo ottomano, come uno spazio dotato di una certa omogeneità e nella tesi che la democrazia moderna avrebbe preso forma simultaneamente nel Nord quanto nel Sud dell’Europa. L’idea che la storia della democrazia non vada pensata e scritta da una prospettiva continentale, limitandosi ai casi di studio dei grandi Paesi nord-europei e occidentali è di certo condivisibile e ha il merito di valorizzare idee e pratiche politiche solitamente malintese o addirittura ignorate. Il rischio, però, è ottenere l’effetto straniante di allargare i confini semantici e concettuali della democrazia includendo un troppo vasto repertorio di spazi, discorsi e atti a volte poco attinenti al processo di trasformazione in senso inclusivo e partecipato della società e delle istituzioni verificatosi tra sette e ottocento. A tal proposito, l’intervento interroga i curatori sulla possibilità di allargare la prospettiva di analisi in senso cronologico, risalendo all’indietro almeno verso le rivoluzioni e le rivolte del XVII secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.