La crisi del coronavirus ha imposto il passaggio alla didattica a distanza, con un conseguente “esperimento di massa” di remotizzazione del lavoro degli insegnanti (nonché di altri lavoratori di scuola e università). In che modo tale modalità lavorativa è stata introdotta e governata nei diversi contesti organizzativi? Che effetti ha avuto sulle condizioni di lavoro? Questi sono gli interrogativi da cui muove l’analisi presentata nell’articolo, che si focalizza sugli insegnanti della scuola pubblica italiana. Essa si basa sui risultati di una ricerca promossa dalla FLC-CGIL, condotta, attraverso tecnica CAWI, tra aprile e maggio 2020 su tutto il territorio nazionale e che ha raggiunto 1.197 insegnanti. L’analisi evidenzia importanti effetti negativi sulle condizioni di lavoro – già “sotto pressione” – (per esempio sui carichi di lavoro, sui tempi e la conciliazione lavoro-vita); ma soprattutto la relazione tra questi e le modalità “unilaterali” di implementazione della didattica a distanza e con la mancanza di dotazioni di risorse (tecnologiche, di competenze) adeguate.

Il lavoro “da remoto” degli insegnanti. Riflessioni da un’indagine sulla didattica a distanza durante la pandemia

Di Nunzio Daniele;Pedaci Marcello;Pirro Fabrizio;
2021-01-01

Abstract

La crisi del coronavirus ha imposto il passaggio alla didattica a distanza, con un conseguente “esperimento di massa” di remotizzazione del lavoro degli insegnanti (nonché di altri lavoratori di scuola e università). In che modo tale modalità lavorativa è stata introdotta e governata nei diversi contesti organizzativi? Che effetti ha avuto sulle condizioni di lavoro? Questi sono gli interrogativi da cui muove l’analisi presentata nell’articolo, che si focalizza sugli insegnanti della scuola pubblica italiana. Essa si basa sui risultati di una ricerca promossa dalla FLC-CGIL, condotta, attraverso tecnica CAWI, tra aprile e maggio 2020 su tutto il territorio nazionale e che ha raggiunto 1.197 insegnanti. L’analisi evidenzia importanti effetti negativi sulle condizioni di lavoro – già “sotto pressione” – (per esempio sui carichi di lavoro, sui tempi e la conciliazione lavoro-vita); ma soprattutto la relazione tra questi e le modalità “unilaterali” di implementazione della didattica a distanza e con la mancanza di dotazioni di risorse (tecnologiche, di competenze) adeguate.
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