Nel 1918, ultimo anno della guerra europea, le forze militari statunitensi, impegnate prevalentemente sul Fronte occidentale, furono rappresentate in Italia solo da un piccolo contingente (il cosiddetto “Propaganda Regiment”), che ebbe tuttavia un ruolo molto marginale dal punto di vista militare. Molto più consistente fu invece l’organizzazione da parte degli americani della propaganda di guerra, che giunse in un momento drammatico per le armi italiane, quello che seguì la disfatta di Caporetto dell’autunno 1917. Tutti i mezzi di comunicazione allora disponibili (in particolare quelli visuali, tra i quali il cinema ebbe un ruolo centrale) furono messi in gioco dal Committee on Public Information (Cpi), dall’American Red Cross (Arc) e dalla Young Men’s Christian Association (Ymca), che con la loro instancabile attività e capacità di penetrazione nel paese costituirono anche un modello comunicativo per il futuro fascismo mussoliniano. L’uso della cinematografia non-fiction come strumento di pedagogia politica (contestuale ad interventi sociali e assistenziali), la sperimentazione di nuovi linguaggi verbali e iconici sull’esempio pubblicitario, la presenza capillare nel territorio, che saranno elementi centrali della macchina di propaganda del regime fascista, trovano tutti un precedente in questa vicenda, che si colloca quindi alle origini della lunga e complessa storia della comunicazione politica (e bellica) dell’Italia del Novecento.
"Viva l'americani!". Il Propaganda Regiment in Italia nel 1918 e le origini della moderna comunicazione
d'autilia
2019-01-01
Abstract
Nel 1918, ultimo anno della guerra europea, le forze militari statunitensi, impegnate prevalentemente sul Fronte occidentale, furono rappresentate in Italia solo da un piccolo contingente (il cosiddetto “Propaganda Regiment”), che ebbe tuttavia un ruolo molto marginale dal punto di vista militare. Molto più consistente fu invece l’organizzazione da parte degli americani della propaganda di guerra, che giunse in un momento drammatico per le armi italiane, quello che seguì la disfatta di Caporetto dell’autunno 1917. Tutti i mezzi di comunicazione allora disponibili (in particolare quelli visuali, tra i quali il cinema ebbe un ruolo centrale) furono messi in gioco dal Committee on Public Information (Cpi), dall’American Red Cross (Arc) e dalla Young Men’s Christian Association (Ymca), che con la loro instancabile attività e capacità di penetrazione nel paese costituirono anche un modello comunicativo per il futuro fascismo mussoliniano. L’uso della cinematografia non-fiction come strumento di pedagogia politica (contestuale ad interventi sociali e assistenziali), la sperimentazione di nuovi linguaggi verbali e iconici sull’esempio pubblicitario, la presenza capillare nel territorio, che saranno elementi centrali della macchina di propaganda del regime fascista, trovano tutti un precedente in questa vicenda, che si colloca quindi alle origini della lunga e complessa storia della comunicazione politica (e bellica) dell’Italia del Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.