Il cittadino romano era tale per ius sanguinis, ma poteva diventarlo per la partecipazione alla civitas grazie al coinvolgimento diretto nelle istituzioni o per l’appartenenza a una determinata classe. Antonello Calore ne conclude che il moderno concetto di appartenenza del cittadino allo Stato non è sufficiente a delineare con chiarezza fenomenologia, ambito d’applicazione e sfumature della civitas romana dell’epoca arcaica. Il suo saggio si pone, quindi, in posizione chiarificatrice, unendo concettualità a esplicazione, con un’interessante sintesi tematica e argomentativa che non solo non risente dell’asciuttezza, ma che anzi vivifica la materia sia nelle linee di sviluppo sia nel robusto supporto delle fonti, giuridiche, storiografiche e letterarie. Aggiunge, pertanto, un apprezzabile contributo al raffronto tra concetto arcaico e concetto moderno sulla cittadinanza.
Recensione ad A. Calore, ‘Cittadinanze’ nell’antica Roma. volume I. L’età regia, Torino, 2018
Luigi Sandirocco
2019-01-01
Abstract
Il cittadino romano era tale per ius sanguinis, ma poteva diventarlo per la partecipazione alla civitas grazie al coinvolgimento diretto nelle istituzioni o per l’appartenenza a una determinata classe. Antonello Calore ne conclude che il moderno concetto di appartenenza del cittadino allo Stato non è sufficiente a delineare con chiarezza fenomenologia, ambito d’applicazione e sfumature della civitas romana dell’epoca arcaica. Il suo saggio si pone, quindi, in posizione chiarificatrice, unendo concettualità a esplicazione, con un’interessante sintesi tematica e argomentativa che non solo non risente dell’asciuttezza, ma che anzi vivifica la materia sia nelle linee di sviluppo sia nel robusto supporto delle fonti, giuridiche, storiografiche e letterarie. Aggiunge, pertanto, un apprezzabile contributo al raffronto tra concetto arcaico e concetto moderno sulla cittadinanza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.