La crescente importanza del livello territoriale nella governance di vari fenomeni che hanno a che fare con il benessere degli individui e il riconfigurarsi della «catena» di produzione del welfare, costituiscono le coordinate all’interno delle quali si colloca l’articolo. Esso si focalizza sul modo in cui gli attori delle relazioni industriali partecipano a livello locale al miglioramento di sicurezza economico-sociale, inclusione, accesso ai diritti di cittadinanza; un tema poco affrontato nella letteratura scientifica, inclusi gli studi di relazioni industriali. L’articolo esamina, nello specifico, le strategie e azioni realizzate dagli attori sociali, interrogandosi sull’origine e lo sviluppo delle loro iniziative, sui punti di forza e debolezza, sui fattori che le hanno favorite od ostacolate. L’analisi si concentra su alcuni territori dell’Italia meridionale, caratterizzati da «economie in affanno» e crescenti situazioni di disagio e vulnerabilità sociale: due province abruzzesi, Pescara e Teramo, e due calabresi, Catanzaro e Cosenza. Si tratta, inoltre, di territori con dotazioni di infrastrutture e servizi non sempre soddisfacenti e in cui gli enti locali appaiono sempre più in difficoltà nell’offerta di prestazioni di welfare, soprattutto dopo la crisi e le politiche di austerità. Lo studio evidenzia una certa dinamicità degli attori sociali e una varietà di iniziative, che hanno seguito logiche diverse, talvolta unilaterali, talaltra negoziali/cooperative o condivise con altri soggetti, con una tipologia abbastanza simile in tutte le province. Alcune iniziative sono emerse autonomamente nel territorio. Altre, la maggior parte, sono state “trainate” da interventi realizzati – da attori pubblici e/o dalle stesse parti sociali – a un livello superiore (nazionale), che poi, nelle province, sono stati implementati e/o gestiti. Alcune iniziative si sono basate su strumenti e pratiche consolidate, altre su strumenti nuovi o comunque poco utilizzati nei contesti considerati. Maggiori differenze tra i territori emergono invece in merito all’efficacia delle iniziative realizzate, sempre condizionate non solo dalla dotazione di risorse (finanziarie, di competenze, ecc.) degli attori sociali, ma anche dalla qualità e dal rendimento delle risorse istituzionali.

Il ruolo delle relazioni industriali per la coesione sociale e lo sviluppo economico: uno studio su due realtà del Mezzogiorno

Pedaci Marcello
2018-01-01

Abstract

La crescente importanza del livello territoriale nella governance di vari fenomeni che hanno a che fare con il benessere degli individui e il riconfigurarsi della «catena» di produzione del welfare, costituiscono le coordinate all’interno delle quali si colloca l’articolo. Esso si focalizza sul modo in cui gli attori delle relazioni industriali partecipano a livello locale al miglioramento di sicurezza economico-sociale, inclusione, accesso ai diritti di cittadinanza; un tema poco affrontato nella letteratura scientifica, inclusi gli studi di relazioni industriali. L’articolo esamina, nello specifico, le strategie e azioni realizzate dagli attori sociali, interrogandosi sull’origine e lo sviluppo delle loro iniziative, sui punti di forza e debolezza, sui fattori che le hanno favorite od ostacolate. L’analisi si concentra su alcuni territori dell’Italia meridionale, caratterizzati da «economie in affanno» e crescenti situazioni di disagio e vulnerabilità sociale: due province abruzzesi, Pescara e Teramo, e due calabresi, Catanzaro e Cosenza. Si tratta, inoltre, di territori con dotazioni di infrastrutture e servizi non sempre soddisfacenti e in cui gli enti locali appaiono sempre più in difficoltà nell’offerta di prestazioni di welfare, soprattutto dopo la crisi e le politiche di austerità. Lo studio evidenzia una certa dinamicità degli attori sociali e una varietà di iniziative, che hanno seguito logiche diverse, talvolta unilaterali, talaltra negoziali/cooperative o condivise con altri soggetti, con una tipologia abbastanza simile in tutte le province. Alcune iniziative sono emerse autonomamente nel territorio. Altre, la maggior parte, sono state “trainate” da interventi realizzati – da attori pubblici e/o dalle stesse parti sociali – a un livello superiore (nazionale), che poi, nelle province, sono stati implementati e/o gestiti. Alcune iniziative si sono basate su strumenti e pratiche consolidate, altre su strumenti nuovi o comunque poco utilizzati nei contesti considerati. Maggiori differenze tra i territori emergono invece in merito all’efficacia delle iniziative realizzate, sempre condizionate non solo dalla dotazione di risorse (finanziarie, di competenze, ecc.) degli attori sociali, ma anche dalla qualità e dal rendimento delle risorse istituzionali.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/103000
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact