Questa rassegna presenta tre recenti opere che, nel panorama degli studi dedicati alle zone di confine, offrono un oggetto di ricerca inedito, specialmente per ciò che riguarda la categoria della “italianità”: lʼUfficio per le Zone di Confine. La sua documentazione, rimasta per decenni nel limbo delle ricerche archivistiche, è riemersa nel corso delle indagini sullʼinchiesta giudiziaria Argo 16, avviata dal giudice istruttore del tribunale di Venezia Carlo Mastelloni nel 1987, e grazie al lavoro che Aldo Giannuli ha svolto in qualità di perito della Commissione Stragi, presso i depositi degli archivi della Presidenza del Consiglio di Castelnuovo di Porto (Roma). L’UZC fu un ufficio di assoluto rilievo per il coordinamento del rapporto governo centrale (Roma) e periferie settentrionali (Alto Adige), Nord-orientali (Trieste e Venezia Giulia) e Nord-occidentali (Valle dʼAosta) nel secondo dopoguerra. Attraverso una persistente comunicazione intercorsa tra governo e amministrazione locale e regionale, lʼUZC garantiva un attento controllo del territorio per mezzo dellʼerogazione di ingenti finanziamenti, che spesso andavano oltre i meri scopi assistenziali e propagandistici dichiarati. Le carte dellʼUZC confermano che servizi segreti e gruppi paramilitari clandestini (composti per la maggior parte da ex militari, partigiani anticomunisti e militanti della destra neofascista) agirono congiuntamente per difendere “lʼitalianità” nelle aree di confine, potenzialmente in pericolo dai ricatti nazionalisti e (per la Venezia Giulia) ideologici degli Stati attigui.

Ufficio Zone di Confine. La difesa dell'italianità in funzione anticomunista

BILLET, SILVIA LUCINA
2018-01-01

Abstract

Questa rassegna presenta tre recenti opere che, nel panorama degli studi dedicati alle zone di confine, offrono un oggetto di ricerca inedito, specialmente per ciò che riguarda la categoria della “italianità”: lʼUfficio per le Zone di Confine. La sua documentazione, rimasta per decenni nel limbo delle ricerche archivistiche, è riemersa nel corso delle indagini sullʼinchiesta giudiziaria Argo 16, avviata dal giudice istruttore del tribunale di Venezia Carlo Mastelloni nel 1987, e grazie al lavoro che Aldo Giannuli ha svolto in qualità di perito della Commissione Stragi, presso i depositi degli archivi della Presidenza del Consiglio di Castelnuovo di Porto (Roma). L’UZC fu un ufficio di assoluto rilievo per il coordinamento del rapporto governo centrale (Roma) e periferie settentrionali (Alto Adige), Nord-orientali (Trieste e Venezia Giulia) e Nord-occidentali (Valle dʼAosta) nel secondo dopoguerra. Attraverso una persistente comunicazione intercorsa tra governo e amministrazione locale e regionale, lʼUZC garantiva un attento controllo del territorio per mezzo dellʼerogazione di ingenti finanziamenti, che spesso andavano oltre i meri scopi assistenziali e propagandistici dichiarati. Le carte dellʼUZC confermano che servizi segreti e gruppi paramilitari clandestini (composti per la maggior parte da ex militari, partigiani anticomunisti e militanti della destra neofascista) agirono congiuntamente per difendere “lʼitalianità” nelle aree di confine, potenzialmente in pericolo dai ricatti nazionalisti e (per la Venezia Giulia) ideologici degli Stati attigui.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/102776
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact