Sono numerosi gli indizi che indicano l’esistenza in Italia di due questioni aperte: il futuro dei giovani e quello degli anziani. I continui appelli per interventi a favore delle nuove generazioni e gli incessanti provvedimenti sulle pensioni sono quotidianamente al centro del dibattito pubblico. E intanto il Paese come si sta sviluppando? Le Istituzioni come stanno intervenendo? Il presente studio si inserisce in questa discussione ponendosi dal lato dei giovani, cercando di interpretare i loro comportamenti e le loro richieste, soprattutto per ciò che riguarda il lavoro. Emerge con chiarezza dai dati presentati una pressante richiesta di maggiore partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto dei giovani, in quanto più pronti a reagire ai cambiamenti tecnologici, che si può soddisfare introducendo e diffondendo i processi innovativi, di qualificazione del nostro sistema educativo, con l’obiettivo primario di “aiutare” i nostri ragazzi ad affrontare più serenamente il proprio avvenire. Occorre spostare, quindi, i riflettori dalle pensioni alle politiche per l’occupazione, per l’istruzione e la formazione e per la famiglia, ma senza strumentalizzazioni e con un impegno serio su misure concrete onde evitare conflitti generazionali e inserendo criteri che consentano ai giovani di essere una leva importante di sviluppo della nostra società e, quindi, di “pesare” di più. Non bisogna consentire che un’epoca di speranza possa divenire per i nostri giovani un periodo di forti difficoltà da dover superare nella prospettiva amara di un’autonomia che neanche si intravvede, di una casa assai difficile da reperire e di un’occupazione, qualora ci fosse, sempre precaria. Le analisi effettuate descrivono un quadro sufficientemente articolato: emergono molte conferme ma anche nuove evidenze dalle quali è possibile trarre qualche riflessione di guida per le decisioni che dovranno essere prese.
I giovani e il fabbisogno occupazionale
Andrea Ciccarelli
;Enrico Del Colle
2017-01-01
Abstract
Sono numerosi gli indizi che indicano l’esistenza in Italia di due questioni aperte: il futuro dei giovani e quello degli anziani. I continui appelli per interventi a favore delle nuove generazioni e gli incessanti provvedimenti sulle pensioni sono quotidianamente al centro del dibattito pubblico. E intanto il Paese come si sta sviluppando? Le Istituzioni come stanno intervenendo? Il presente studio si inserisce in questa discussione ponendosi dal lato dei giovani, cercando di interpretare i loro comportamenti e le loro richieste, soprattutto per ciò che riguarda il lavoro. Emerge con chiarezza dai dati presentati una pressante richiesta di maggiore partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto dei giovani, in quanto più pronti a reagire ai cambiamenti tecnologici, che si può soddisfare introducendo e diffondendo i processi innovativi, di qualificazione del nostro sistema educativo, con l’obiettivo primario di “aiutare” i nostri ragazzi ad affrontare più serenamente il proprio avvenire. Occorre spostare, quindi, i riflettori dalle pensioni alle politiche per l’occupazione, per l’istruzione e la formazione e per la famiglia, ma senza strumentalizzazioni e con un impegno serio su misure concrete onde evitare conflitti generazionali e inserendo criteri che consentano ai giovani di essere una leva importante di sviluppo della nostra società e, quindi, di “pesare” di più. Non bisogna consentire che un’epoca di speranza possa divenire per i nostri giovani un periodo di forti difficoltà da dover superare nella prospettiva amara di un’autonomia che neanche si intravvede, di una casa assai difficile da reperire e di un’occupazione, qualora ci fosse, sempre precaria. Le analisi effettuate descrivono un quadro sufficientemente articolato: emergono molte conferme ma anche nuove evidenze dalle quali è possibile trarre qualche riflessione di guida per le decisioni che dovranno essere prese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.