Italian singer-songwriter Francesco De Gregori released in 2015 a tribute album of Bob Dylan’s cover, translated in Italian. The title of the album is Amore e furto: it means literally Love and Theft, and the title itself is a theft, since it reproduces the title of Dylan’s thirty-first studio album. About twenty years ago Gordon Ball, professor of English and Rhetoric at Virginia Military Institute and an eminent scholar of Allen Ginsberg’s poetry, wrote to the Swedish Academy to nominate Bob Dylan as Nobel Laureate in Literature. Finally in 2016 Bob Dylan won the prize. Did the Swedish Academy members try some dangerous experiments with hallucinogen drugs or the commonplace and bookish notion of literature doesn’t work anymore? I will take a cue from these questions and circumstances in order to apply and validate what I suggested in the previous edition of the “Performing Narrative in the Age of Transmedia Networks” Conference held in 2015, namely that «[a]t the present time the task at hand, for all humanities scholars, is: exploring the shift in the apparatus of knowledge / language / expression from orality to literacy and from literacy to electracy (electracy, according to Gregory Ulmer [2003], is a term which describes the kind of “literacy” or skill and facility necessary to exploit the full communicative potential of new electronic media; a key fact is that electracy encompasses and revitalizes orality). As Francesco De Gregory has suggested, maybe unknowingly, in his Dylan-inspired song entitled Go to Africa, Celestino!, the road to accomplish this task “passes through Africa”.

Nel 2015 Francesco De Gregori ha pubblicato un album di traduzioni in italiano di canzoni di Bob Dylan, intitolato Amore e furto (anche il titolo è un furto: Love and theft è infatti il titolo del trentunesimo album in studio di Bob Dylan, pubblicato nel 2011). Circa venti anni prima Gordon Ball, professore di Inglese e Retorica presso il Virginia Military Institute ed esperto di Allen Ginsberg , scrive all’Accademia di Svezia per candidare Bob Dylan al Nobel per la Letteratura. Nel 2016, suscitando grande clamore, alla fine Bob Dylan vince il premio. I membri dell’Accademia svedese che lo assegnano hanno deciso di sottoporsi ad esperimenti con stupefacenti oppure la nozione convenzionale e libresca di letteratura davvero non tiene più? Parto da queste circostanze per proporre una verifica applicativa di quanto proposi nel mio intervento alla precedente edizione del convegno Reti performative, ovvero che «Il compito da affrontare, per gli umanisti tutti, oggi è: “esplorare il passaggio, nell’apparato del linguaggio, dell’espressione e della conoscenza, dall’oralità (orality) alla scrittura (literacy) e dalla scrittura alla electracy”» (electracy è un neologismo – di non semplice traduzione in italiano – coniato da Gregory Ulmer (2003), che designa il tipo di “alfabetizzazione”, cioè di abilità intellettuali e cognitive necessarie per sfruttare a pieno il potenziale comunicativo dei media digitali; una caratteristica critica è il fatto che l’electracy comprende e rivitalizza la dimensione culturale dell’oralità). La strada per perseguire tale obiettivo, come De Gregori ha forse inconsapevolmente suggerito in una delle sue canzoni più “dylaniane”, passa per l’Africa.

“Vai in Africa, Celestino!”. Amori, furti, Nobel e tributi

Deriu Fabrizio
2017-01-01

Abstract

Italian singer-songwriter Francesco De Gregori released in 2015 a tribute album of Bob Dylan’s cover, translated in Italian. The title of the album is Amore e furto: it means literally Love and Theft, and the title itself is a theft, since it reproduces the title of Dylan’s thirty-first studio album. About twenty years ago Gordon Ball, professor of English and Rhetoric at Virginia Military Institute and an eminent scholar of Allen Ginsberg’s poetry, wrote to the Swedish Academy to nominate Bob Dylan as Nobel Laureate in Literature. Finally in 2016 Bob Dylan won the prize. Did the Swedish Academy members try some dangerous experiments with hallucinogen drugs or the commonplace and bookish notion of literature doesn’t work anymore? I will take a cue from these questions and circumstances in order to apply and validate what I suggested in the previous edition of the “Performing Narrative in the Age of Transmedia Networks” Conference held in 2015, namely that «[a]t the present time the task at hand, for all humanities scholars, is: exploring the shift in the apparatus of knowledge / language / expression from orality to literacy and from literacy to electracy (electracy, according to Gregory Ulmer [2003], is a term which describes the kind of “literacy” or skill and facility necessary to exploit the full communicative potential of new electronic media; a key fact is that electracy encompasses and revitalizes orality). As Francesco De Gregory has suggested, maybe unknowingly, in his Dylan-inspired song entitled Go to Africa, Celestino!, the road to accomplish this task “passes through Africa”.
2017
9788860749390
Nel 2015 Francesco De Gregori ha pubblicato un album di traduzioni in italiano di canzoni di Bob Dylan, intitolato Amore e furto (anche il titolo è un furto: Love and theft è infatti il titolo del trentunesimo album in studio di Bob Dylan, pubblicato nel 2011). Circa venti anni prima Gordon Ball, professore di Inglese e Retorica presso il Virginia Military Institute ed esperto di Allen Ginsberg , scrive all’Accademia di Svezia per candidare Bob Dylan al Nobel per la Letteratura. Nel 2016, suscitando grande clamore, alla fine Bob Dylan vince il premio. I membri dell’Accademia svedese che lo assegnano hanno deciso di sottoporsi ad esperimenti con stupefacenti oppure la nozione convenzionale e libresca di letteratura davvero non tiene più? Parto da queste circostanze per proporre una verifica applicativa di quanto proposi nel mio intervento alla precedente edizione del convegno Reti performative, ovvero che «Il compito da affrontare, per gli umanisti tutti, oggi è: “esplorare il passaggio, nell’apparato del linguaggio, dell’espressione e della conoscenza, dall’oralità (orality) alla scrittura (literacy) e dalla scrittura alla electracy”» (electracy è un neologismo – di non semplice traduzione in italiano – coniato da Gregory Ulmer (2003), che designa il tipo di “alfabetizzazione”, cioè di abilità intellettuali e cognitive necessarie per sfruttare a pieno il potenziale comunicativo dei media digitali; una caratteristica critica è il fatto che l’electracy comprende e rivitalizza la dimensione culturale dell’oralità). La strada per perseguire tale obiettivo, come De Gregori ha forse inconsapevolmente suggerito in una delle sue canzoni più “dylaniane”, passa per l’Africa.
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