Dopo il bellum sociale e la conseguente immissione nel populus Romanus dei Latini e dei socii italici, tutte queste comunità furono riorganizzate in municipia. Di questi ultimi abbiamo tre definizioni contenute nel lemma municipium dell’Epitome di Paolo del de verborum significatione di Festo, a sua volta dipendente da un’opera risalente all’età augustea, il de verborum significatu di Verrio Flacco. Tali definizioni, se riconducibili attraverso Festo a Verrio, sono essenziali – anche perché sostanzialmente coeve – alla ricostruzione della nuova concezione della civitas che si manifesta nel pensiero romano in conseguenza del superamento delle dimesioni e dunque della forma proprie della città-stato antica, Il problema si pone perché il lemma municipium è assente nella pagina del codex Farnesianus (unico testimone del testo festino) corrispondente alla posizione nella quale è riportato nell’Epitome di Paolo, così come nelle pagine dello stesso dvs come riprodotte negli apografi umanistici, ai quali – per lo smarrimento di molte pagine del codex Farnesianus – è necessario far riferimento per la ricostruzione del testo; apografi realizzati non utilizzando simultaneamente l’intero codice, proprio allora riscoperto, ma blocchi di pagine di esso. Da un esame dei manoscritti degli apografi pare emergere una storia interna della loro formazione che rimanda all’intervento di più amanuensi prima della loro ultima stesura, quella pervenutaci, prodotto di una revisione finale degli stessi. Anche il Q. VIII, che riporta l’altro lemma di estremo interesse per la storia dell’organizzazione romana, municeps ed è anche tra quelli perduti del CF, non sarebbe stato copiato direttamente dall’antigrafo, ma da una sua copia. Dall’esame emerge inoltre – contro la communis opinio che privilegia Vat. Lat. 3369 – una maggiore affidabilità, quanto alla riproduzione integrale direttamente dall’intero codex Farnesianus, del testo dell’apografo di Vat. Lat.1549. Quest’ultimo presenta, subito di seguito al lemma municeps, l’indicazione Fragm che indica l’illegibilità di intere colonne di testo nell’antigrafo, come è possibile verificare dal confronto tra altre identiche annotazioni con corrispondenti pagine conservateci del CF. Gli apografi contengono, dunque, meno lemmi dell’antigrafo Farnesianus. L’esame delle parallele – o discrepanti – successioni dei lemmi nel testo del d.v.s. riportato del CF e in quello dell’Epitome di Paolo e, soprattutto, della parafrasi paolina del lemma municeps lasciano trasparire la collocazione originaria, nel dvs, di municipium di seguito a quello, come è possibile ricostruire analizzando i differenti contenuti del lemma municeps negli apografi festini e in Paolo e quello della prima parte del lemma municipium; quest’ultima appare trasfusa da Paolo nel primo lemma, presumibile frutto dell’interpolazione di di due testi continui.Nel testimone utilizzato da Paolo, diverso dal CF, municipium sarebbe stato riprodotto due volte: una prima parzialmente, a seguito di municeps (ove Vat. Lat. 1549 porta l’indicazione Fragm), una seconda interamente, nella collocazione che ha nell’Epitome. La presenza in quest’ultimo di questo e degli altri spostamenti rispetto al CF, può spiegarsi con la formazione del testimone utilizzato da Paolo in occasione di una riproduzione contestuale di più esemplari, eseguita attraverso lo sfascicolamento dell’antigrafo e la copia in parallelo delle parti così ottenute, ma con errori nella sequenza di distribuzione ai copisti stessi.È, pertanto, possibile far risalire, per il tramite festino, la stesura orginaria del lemma municipium – in contenuti e forme sostanzialemente identiche a quelle tràdite da Paolo – al dvs di Verrio Flacco.[...]
I Codici Vaticani Latini 1549 e 3369 e le pagellae perdute del Codex Farnesianus
MANCINI, Giovanna
2007-01-01
Abstract
Dopo il bellum sociale e la conseguente immissione nel populus Romanus dei Latini e dei socii italici, tutte queste comunità furono riorganizzate in municipia. Di questi ultimi abbiamo tre definizioni contenute nel lemma municipium dell’Epitome di Paolo del de verborum significatione di Festo, a sua volta dipendente da un’opera risalente all’età augustea, il de verborum significatu di Verrio Flacco. Tali definizioni, se riconducibili attraverso Festo a Verrio, sono essenziali – anche perché sostanzialmente coeve – alla ricostruzione della nuova concezione della civitas che si manifesta nel pensiero romano in conseguenza del superamento delle dimesioni e dunque della forma proprie della città-stato antica, Il problema si pone perché il lemma municipium è assente nella pagina del codex Farnesianus (unico testimone del testo festino) corrispondente alla posizione nella quale è riportato nell’Epitome di Paolo, così come nelle pagine dello stesso dvs come riprodotte negli apografi umanistici, ai quali – per lo smarrimento di molte pagine del codex Farnesianus – è necessario far riferimento per la ricostruzione del testo; apografi realizzati non utilizzando simultaneamente l’intero codice, proprio allora riscoperto, ma blocchi di pagine di esso. Da un esame dei manoscritti degli apografi pare emergere una storia interna della loro formazione che rimanda all’intervento di più amanuensi prima della loro ultima stesura, quella pervenutaci, prodotto di una revisione finale degli stessi. Anche il Q. VIII, che riporta l’altro lemma di estremo interesse per la storia dell’organizzazione romana, municeps ed è anche tra quelli perduti del CF, non sarebbe stato copiato direttamente dall’antigrafo, ma da una sua copia. Dall’esame emerge inoltre – contro la communis opinio che privilegia Vat. Lat. 3369 – una maggiore affidabilità, quanto alla riproduzione integrale direttamente dall’intero codex Farnesianus, del testo dell’apografo di Vat. Lat.1549. Quest’ultimo presenta, subito di seguito al lemma municeps, l’indicazione Fragm che indica l’illegibilità di intere colonne di testo nell’antigrafo, come è possibile verificare dal confronto tra altre identiche annotazioni con corrispondenti pagine conservateci del CF. Gli apografi contengono, dunque, meno lemmi dell’antigrafo Farnesianus. L’esame delle parallele – o discrepanti – successioni dei lemmi nel testo del d.v.s. riportato del CF e in quello dell’Epitome di Paolo e, soprattutto, della parafrasi paolina del lemma municeps lasciano trasparire la collocazione originaria, nel dvs, di municipium di seguito a quello, come è possibile ricostruire analizzando i differenti contenuti del lemma municeps negli apografi festini e in Paolo e quello della prima parte del lemma municipium; quest’ultima appare trasfusa da Paolo nel primo lemma, presumibile frutto dell’interpolazione di di due testi continui.Nel testimone utilizzato da Paolo, diverso dal CF, municipium sarebbe stato riprodotto due volte: una prima parzialmente, a seguito di municeps (ove Vat. Lat. 1549 porta l’indicazione Fragm), una seconda interamente, nella collocazione che ha nell’Epitome. La presenza in quest’ultimo di questo e degli altri spostamenti rispetto al CF, può spiegarsi con la formazione del testimone utilizzato da Paolo in occasione di una riproduzione contestuale di più esemplari, eseguita attraverso lo sfascicolamento dell’antigrafo e la copia in parallelo delle parti così ottenute, ma con errori nella sequenza di distribuzione ai copisti stessi.È, pertanto, possibile far risalire, per il tramite festino, la stesura orginaria del lemma municipium – in contenuti e forme sostanzialemente identiche a quelle tràdite da Paolo – al dvs di Verrio Flacco.[...]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.