Il contributo propone una riflessione sull’idea di arte come evento performativo e sul dibattito contemporaneo che ruota intorno alle teorie dell’affetto, incentrandosi in particolare sull’importanza della agency dell’autore nella creazione dell’opera d’arte. La discussione su quale sia la natura della creazione artistica è al centro delle riflessioni dei protagonisti di "Performances" (2003) di Brian Friel: lo spettro del compositore ceco Leoš Janáček (1854-1928) e una dottoranda che lo intervista, circa settant’anni dopo la sua morte, per riflettere con lui sull'intreccio tra parole e musica che ha caratterizzato gli ultimi anni della sua produzione artistica. Le oltre settecento lettere d’amore scritte a una donna molto più giovane di lui nel periodo in cui stava componendo il secondo quartetto per archi intitolato "Intimate Letters" (1928) – e la passione vissuta dal compositore in quell’ultimo, fecondo anno di vita – costituiscono il pretesto per Friel per discutere del ruolo centrale che hanno le esperienze personali nella creazione di un’opera d’arte. È attraverso le parole di Janáček, infatti, che l’autore mette in discussione la capacità della lingua di esprimere le emozioni, rivendicando la superiorità della musica sulle parole e, implicitamente, dell’arte sulla vita.
La musica delle emozioni in Performances di Brian Friel
RUGGIERO, ALESSANDRA
2017-01-01
Abstract
Il contributo propone una riflessione sull’idea di arte come evento performativo e sul dibattito contemporaneo che ruota intorno alle teorie dell’affetto, incentrandosi in particolare sull’importanza della agency dell’autore nella creazione dell’opera d’arte. La discussione su quale sia la natura della creazione artistica è al centro delle riflessioni dei protagonisti di "Performances" (2003) di Brian Friel: lo spettro del compositore ceco Leoš Janáček (1854-1928) e una dottoranda che lo intervista, circa settant’anni dopo la sua morte, per riflettere con lui sull'intreccio tra parole e musica che ha caratterizzato gli ultimi anni della sua produzione artistica. Le oltre settecento lettere d’amore scritte a una donna molto più giovane di lui nel periodo in cui stava componendo il secondo quartetto per archi intitolato "Intimate Letters" (1928) – e la passione vissuta dal compositore in quell’ultimo, fecondo anno di vita – costituiscono il pretesto per Friel per discutere del ruolo centrale che hanno le esperienze personali nella creazione di un’opera d’arte. È attraverso le parole di Janáček, infatti, che l’autore mette in discussione la capacità della lingua di esprimere le emozioni, rivendicando la superiorità della musica sulle parole e, implicitamente, dell’arte sulla vita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.