Il volontariato nello sport è, definitoriamente, un elemento costitutivo: lo stesso concetto di azione volontaria, declinato non tanto in termini strettamente sociologici quanto nell’accezione comune, è una parte intrinseca di tutta il movimento sportivo a partire dal movimento dello sport per tutti [Porro 2001] per finire alle grandi squadre professionistiche, in cui la componente volontaria resta talvolta nascosta, ma consistente in termini numerici. Il problema del volontariato nello sport assume più dimensioni: la prima essenzialmente legata alla dimensione individuale dell’azione volontaria (perché si pratica lo sport e perché si opera volontariamente nell’ambito delle organizzazioni sportive); la seconda legata maggiormente alla dimensione sistemica dell’azione volontaria (che impatto ha il volontariato nel settore sportivo, come elemento di promozione e di organizzazione sociale). La progressiva super-complessificazione dell’ambiente sociale in cui viviamo colpisce anche il volontariato e, spesso, la risposta a questo è la paradossale tendenza a professionalizzare lo stesso volontariato, così da garantire servizi di livello elevato ad un costo incredibilmente contenuto. D’altra parte è talvolta diffusa nei volontari la sensazione di inadeguatezza, cui si tende a rispondere, appunto, con percorsi formativi eccessivamente impegnativi a rischio di espulsione dall’organizzazione stessa. Questo breve saggio vuole focalizzare da una parte l’importanza del volontariato nello sport e nelle organizzazioni sportive in generale come generatore di capitale sociale individuale ed organizzativo, e dall’altra sottolineare l’esigenza di uno scambio tra organizzazione e volontario che deve percepire, nel proprio operato, un adeguato ritorno valoriale e/o sostanziale in termini di rilassamento, soddisfazione personale, gratificazione sociale.
Volontariato e sport. Alcuni elementi per una contestualizzazione sociologica a partire dai Mondiali di calcio in Italia.
BORTOLETTO, NICO
2016-01-01
Abstract
Il volontariato nello sport è, definitoriamente, un elemento costitutivo: lo stesso concetto di azione volontaria, declinato non tanto in termini strettamente sociologici quanto nell’accezione comune, è una parte intrinseca di tutta il movimento sportivo a partire dal movimento dello sport per tutti [Porro 2001] per finire alle grandi squadre professionistiche, in cui la componente volontaria resta talvolta nascosta, ma consistente in termini numerici. Il problema del volontariato nello sport assume più dimensioni: la prima essenzialmente legata alla dimensione individuale dell’azione volontaria (perché si pratica lo sport e perché si opera volontariamente nell’ambito delle organizzazioni sportive); la seconda legata maggiormente alla dimensione sistemica dell’azione volontaria (che impatto ha il volontariato nel settore sportivo, come elemento di promozione e di organizzazione sociale). La progressiva super-complessificazione dell’ambiente sociale in cui viviamo colpisce anche il volontariato e, spesso, la risposta a questo è la paradossale tendenza a professionalizzare lo stesso volontariato, così da garantire servizi di livello elevato ad un costo incredibilmente contenuto. D’altra parte è talvolta diffusa nei volontari la sensazione di inadeguatezza, cui si tende a rispondere, appunto, con percorsi formativi eccessivamente impegnativi a rischio di espulsione dall’organizzazione stessa. Questo breve saggio vuole focalizzare da una parte l’importanza del volontariato nello sport e nelle organizzazioni sportive in generale come generatore di capitale sociale individuale ed organizzativo, e dall’altra sottolineare l’esigenza di uno scambio tra organizzazione e volontario che deve percepire, nel proprio operato, un adeguato ritorno valoriale e/o sostanziale in termini di rilassamento, soddisfazione personale, gratificazione sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.