Per un quindicennio (1719-34) all'indomani della lunga epoca del dominio spagnolo, la Sicilia è stata governata dagli austriaci. L'incontro fra una classe dirigente tradizionalmente abituata ad un incontrastato predominio politico e sociale, e i funzionari di Carlo VI Asburgo, imperatore d'Austra e padre di Maria Teresa, non sarà dei più facili. Agli occhi dei governanti austriaci la Sicilia appare una terra difficile, governata da un élite infida, sospetta di simpatie filo-spagnole, ostile all'innovazione. A quelli dei baroni siciliani i ministri austriaci sembrano appartenere ad un mondo troppo lontano e diverso, poco attento alle problematiche mediterranee, chiuso nella propria tematica cameralistica. Da questo incontro, tuttavia, nascerà una realtà nuova. Questo libro segue la nascita di una nuova classe dirigente: un baronaggio provinciale, desideroso di affermarsi, che si insedia nella capitale e, grazie all'appoggio dei nuovi governanti, scalza le più blasonate e antiche casate; e un giovane ceto ministeriale, che vede nel ministero austriaco l'occasione per una crescita del proprio ruolo politico e sociale. Questa classe dirigente gestirà una fase di riformismo economico e sociale troppo breve e contrastata per essere efficace, ma che fu comunque significatica. Il riassetto delle finanze del regno, il potenziamento del commercio e delle manifatture, il rilancio di Messina attraverso la creazione del portofranco, una maggiore attenzione all'esportazione dei grani ne costituiscono i momenti salienti. Soprattutto crescerà in quegli anni nella classe dirigente siciliana una maggiore consapevolezza del suo ruolo nazionale. Il baronaggio palermitano, in particolare, rafforzerà il proprio ruolo di difensore delle tradizioni e dei privilegi del Regno. Al contempo, maturerà nuove forme di coesionee sociale e di omogeneità culturale, di cui le splendide ville costruite in un breve tratto di costa tra Palermo e Bagheria sono una spia significativa.[...]
L’alba dei Gattopardi. La formazione della classe dirigente nella Sicilia austriaca (1719-1734)
GALLO, Francesca
1996-01-01
Abstract
Per un quindicennio (1719-34) all'indomani della lunga epoca del dominio spagnolo, la Sicilia è stata governata dagli austriaci. L'incontro fra una classe dirigente tradizionalmente abituata ad un incontrastato predominio politico e sociale, e i funzionari di Carlo VI Asburgo, imperatore d'Austra e padre di Maria Teresa, non sarà dei più facili. Agli occhi dei governanti austriaci la Sicilia appare una terra difficile, governata da un élite infida, sospetta di simpatie filo-spagnole, ostile all'innovazione. A quelli dei baroni siciliani i ministri austriaci sembrano appartenere ad un mondo troppo lontano e diverso, poco attento alle problematiche mediterranee, chiuso nella propria tematica cameralistica. Da questo incontro, tuttavia, nascerà una realtà nuova. Questo libro segue la nascita di una nuova classe dirigente: un baronaggio provinciale, desideroso di affermarsi, che si insedia nella capitale e, grazie all'appoggio dei nuovi governanti, scalza le più blasonate e antiche casate; e un giovane ceto ministeriale, che vede nel ministero austriaco l'occasione per una crescita del proprio ruolo politico e sociale. Questa classe dirigente gestirà una fase di riformismo economico e sociale troppo breve e contrastata per essere efficace, ma che fu comunque significatica. Il riassetto delle finanze del regno, il potenziamento del commercio e delle manifatture, il rilancio di Messina attraverso la creazione del portofranco, una maggiore attenzione all'esportazione dei grani ne costituiscono i momenti salienti. Soprattutto crescerà in quegli anni nella classe dirigente siciliana una maggiore consapevolezza del suo ruolo nazionale. Il baronaggio palermitano, in particolare, rafforzerà il proprio ruolo di difensore delle tradizioni e dei privilegi del Regno. Al contempo, maturerà nuove forme di coesionee sociale e di omogeneità culturale, di cui le splendide ville costruite in un breve tratto di costa tra Palermo e Bagheria sono una spia significativa.[...]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.