Questo capitolo analizza il quadro dei rapporti politici e diplomatici tra l'Italia e i paesi dei Balcani Occidentali, mettendo in rilievo l'evoluzione che tali rapporti hanno avuto negli anni più recenti della cosiddetta fase di democratizzazione – a partire quindi dal conflitto in Kosovo del 1999 e dalla svolta democratica croata del gennaio 2000. In particolare, l'aspetto dinamico delle relazioni tra l'Italia e i Balcani occidentali viene sondato in termini di riconoscimento e presenza di una logica sistemica e strategica che possa o meno aver guidato le forme di proiezione, penetrazione, collegamento e coordinamento istituzionale tra i soggetti politici, economici e sociali italiani nei Balcani occidentali. In altri termini, si cerca di fornire una valutazione della qualità della performance collettiva italiana nei Balcani a fronte di una indubbia ed importante presenza di molti soggetti italiani in diversi settori e di un buon numero di storie di successo nella relazioni di autonomie locali, soggetti economici e organismi non governativi.Lo sviluppo a lungo termine e la relativa progettazione strategica rimandano ad un insieme di compiti e funzioni che ricadono principalmente nelle responsabilità istituzionali degli stati nazione e delle loro capacità di dialogo multilaterale. Infatti, senza il funzionamento del livello centrale risulta difficile portare una pur fervida attività spontanea di cooperazione economica, sociale e territoriale transfrontaliera ad un salto qualitativo che consenta di incanalare queste tendenze positive all'interno di una logica sistemica in grado di moltiplicare gli effetti per lo sviluppo dell’area.L'organizzazione o meno della presenza italiana secondo un'ottica sistemica rappresenta inoltre una variabile strettamente interdipendente con le dinamiche evolutive delle relazioni politiche e diplomatiche dell'area adriatico-balcanica. L’analisi seguente esprime un'attenzione implicita alle interazioni sviluppatesi negli ultimi anni tra le politiche nazionali italiane e quelle dei paesi balcanici, considerando allo stesso tempo il quadro internazionale di riferimento nel quale tali dinamiche interattive si sono sviluppate. Nello specifico, il processo di integrazione europeo, quello di allargamento ad Est dell'Unione e la politica di prossimità. E’ opinione degli autori che le debolezze e i punti di forza emergenti dall'insieme dei rapporti bilaterali e multilaterali tra l'Italia e gli stati balcanici, siano in grado di ipotecare seriamente il futuro della regione, andando ad incidere in maniera positiva o negativa sulla costituzione di un contesto internazionale favorevole alla stabilità e allo sviluppo regionale.In altre parole, le prospettive di sviluppo regionale dipendono anche dalla capacità di trasformare la proiezione politica, economica e culturale dell'Italia nei confronti dell'area balcanica in senso sistemico, ossia creando le condizioni di continuità, stabilità e selezione strategica. La presenza o meno di un aspetto qualitativo nelle relazioni tra Italia e Balcani non deve essere interpretata solo in funzione di dipendenza dal quadro politico internazionale, comunitario o Euro-atlantico. Al contrario, una azione sistemica da parte dell'Italia nei confronti della regione in questione rappresenta anche una variabile interagente, capace di sostanziare e rendere metodica l'azione multi- nazionale nei confronti dell'area, fornendo prospettive di medio periodo che ne valorizzino il ruolo geopolitico e la visibilità internazionale.[...]

Le relazioni politiche e l'applicazione degli strumenti di cooperazione del sistema Italia con i Balcani occidentali

COCCO, EMILIO;
2007-01-01

Abstract

Questo capitolo analizza il quadro dei rapporti politici e diplomatici tra l'Italia e i paesi dei Balcani Occidentali, mettendo in rilievo l'evoluzione che tali rapporti hanno avuto negli anni più recenti della cosiddetta fase di democratizzazione – a partire quindi dal conflitto in Kosovo del 1999 e dalla svolta democratica croata del gennaio 2000. In particolare, l'aspetto dinamico delle relazioni tra l'Italia e i Balcani occidentali viene sondato in termini di riconoscimento e presenza di una logica sistemica e strategica che possa o meno aver guidato le forme di proiezione, penetrazione, collegamento e coordinamento istituzionale tra i soggetti politici, economici e sociali italiani nei Balcani occidentali. In altri termini, si cerca di fornire una valutazione della qualità della performance collettiva italiana nei Balcani a fronte di una indubbia ed importante presenza di molti soggetti italiani in diversi settori e di un buon numero di storie di successo nella relazioni di autonomie locali, soggetti economici e organismi non governativi.Lo sviluppo a lungo termine e la relativa progettazione strategica rimandano ad un insieme di compiti e funzioni che ricadono principalmente nelle responsabilità istituzionali degli stati nazione e delle loro capacità di dialogo multilaterale. Infatti, senza il funzionamento del livello centrale risulta difficile portare una pur fervida attività spontanea di cooperazione economica, sociale e territoriale transfrontaliera ad un salto qualitativo che consenta di incanalare queste tendenze positive all'interno di una logica sistemica in grado di moltiplicare gli effetti per lo sviluppo dell’area.L'organizzazione o meno della presenza italiana secondo un'ottica sistemica rappresenta inoltre una variabile strettamente interdipendente con le dinamiche evolutive delle relazioni politiche e diplomatiche dell'area adriatico-balcanica. L’analisi seguente esprime un'attenzione implicita alle interazioni sviluppatesi negli ultimi anni tra le politiche nazionali italiane e quelle dei paesi balcanici, considerando allo stesso tempo il quadro internazionale di riferimento nel quale tali dinamiche interattive si sono sviluppate. Nello specifico, il processo di integrazione europeo, quello di allargamento ad Est dell'Unione e la politica di prossimità. E’ opinione degli autori che le debolezze e i punti di forza emergenti dall'insieme dei rapporti bilaterali e multilaterali tra l'Italia e gli stati balcanici, siano in grado di ipotecare seriamente il futuro della regione, andando ad incidere in maniera positiva o negativa sulla costituzione di un contesto internazionale favorevole alla stabilità e allo sviluppo regionale.In altre parole, le prospettive di sviluppo regionale dipendono anche dalla capacità di trasformare la proiezione politica, economica e culturale dell'Italia nei confronti dell'area balcanica in senso sistemico, ossia creando le condizioni di continuità, stabilità e selezione strategica. La presenza o meno di un aspetto qualitativo nelle relazioni tra Italia e Balcani non deve essere interpretata solo in funzione di dipendenza dal quadro politico internazionale, comunitario o Euro-atlantico. Al contrario, una azione sistemica da parte dell'Italia nei confronti della regione in questione rappresenta anche una variabile interagente, capace di sostanziare e rendere metodica l'azione multi- nazionale nei confronti dell'area, fornendo prospettive di medio periodo che ne valorizzino il ruolo geopolitico e la visibilità internazionale.[...]
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