Carlo Levi è stato un testimone particolarmente attendibile dalle complesse vicende storiche novecentesche, avendo percorso nella sua parabola biografica (1902-1975) tutta l’intensa drammaticità del “secolo breve”, con una capacità d’analisi certamente non comune che gli derivava dal suo genio multiforme e dalla singolare duttilità espressiva. Cristo si è fermato a Eboli è divenuta un’espressione del linguaggio comune, una formula generica utilizzata per designare proverbialmente arretratezza ed emarginazione. Proprio la notevole fortuna dell’opera – presto tracimata dall’argine strettamente letterario e utilizzata, non sempre propriamente, nei contesti più svariati, quasi come una sorta di marchio per caratterizzare sottosviluppo e depressione socio-economica – è divenuta paradossalmente il suo stesso limite, sia per il continuo rischio di perdere di vista l’effettiva contestualizzazione storica e culturale di realtà arretrate, sia perché la gran luce – per molti versi più abbagliante che illuminante – che si è concentrata sul libro può produrre l’effetto limitante di circoscrivere l’attenzione da parte del pubblico, escludendo la produzione ben più ampia e articolata di un Autore tanto prolifico quanto ricco di spunti tematici e di importanti riflessioni come Carlo Levi, analizzati sistematicamente in questa indagine.
Società e politica nelle "Italie" di Carlo Levi
MASTRANGELO, LUIGI
2014-01-01
Abstract
Carlo Levi è stato un testimone particolarmente attendibile dalle complesse vicende storiche novecentesche, avendo percorso nella sua parabola biografica (1902-1975) tutta l’intensa drammaticità del “secolo breve”, con una capacità d’analisi certamente non comune che gli derivava dal suo genio multiforme e dalla singolare duttilità espressiva. Cristo si è fermato a Eboli è divenuta un’espressione del linguaggio comune, una formula generica utilizzata per designare proverbialmente arretratezza ed emarginazione. Proprio la notevole fortuna dell’opera – presto tracimata dall’argine strettamente letterario e utilizzata, non sempre propriamente, nei contesti più svariati, quasi come una sorta di marchio per caratterizzare sottosviluppo e depressione socio-economica – è divenuta paradossalmente il suo stesso limite, sia per il continuo rischio di perdere di vista l’effettiva contestualizzazione storica e culturale di realtà arretrate, sia perché la gran luce – per molti versi più abbagliante che illuminante – che si è concentrata sul libro può produrre l’effetto limitante di circoscrivere l’attenzione da parte del pubblico, escludendo la produzione ben più ampia e articolata di un Autore tanto prolifico quanto ricco di spunti tematici e di importanti riflessioni come Carlo Levi, analizzati sistematicamente in questa indagine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.