In questo articolo prendo in considerazione il rapporto tra l’evoluzione del settore del turismo nautico nel Mediterraneo - con particolare attezione al mare Adriatico – e l’affermazione di una domanda turistica ”matura”, differenziata e capace di mobilitare le componenti identitarie sottostanti alla domanda ”immateriale” di riconoscimento degli ambienti socio-culturali di accoglienza: isole, porti e città costiere. Mi concentro in particolare sulla regione dell’Abruzzo, decrivendo le prime fasi (ricerca di sfondo) di un’esplorazione condotta innanzitutto tra i membri del circolo nautico di Giulianova e di Pescara. Il mio obiettivo è di fare luce sulle motivazioni e i bisogni che animano questi novelli transnavigatori dell’Adriatico, che con imbarcazioni spesso inferiori ai dieci metri di lunghezza e un certo spirito di avventura si lanciano in circunavigazioni dell’arcipelago dalmata, seguendo ritmi e traiettorie spesso sconosciuti e alternativi a quelli delle guide turistiche. In particolare, vorrei iniziare a far luce sulla cornice socio-culturale di riferimento, quel mondo adriatico implicito ma diffuso cappillarmente nell’immaginario storico-letterario, che permette ai diportisti di fare ”senso” e di vivere un’esperienza autenticamente marinara

Terra nauta

COCCO, EMILIO
2008-01-01

Abstract

In questo articolo prendo in considerazione il rapporto tra l’evoluzione del settore del turismo nautico nel Mediterraneo - con particolare attezione al mare Adriatico – e l’affermazione di una domanda turistica ”matura”, differenziata e capace di mobilitare le componenti identitarie sottostanti alla domanda ”immateriale” di riconoscimento degli ambienti socio-culturali di accoglienza: isole, porti e città costiere. Mi concentro in particolare sulla regione dell’Abruzzo, decrivendo le prime fasi (ricerca di sfondo) di un’esplorazione condotta innanzitutto tra i membri del circolo nautico di Giulianova e di Pescara. Il mio obiettivo è di fare luce sulle motivazioni e i bisogni che animano questi novelli transnavigatori dell’Adriatico, che con imbarcazioni spesso inferiori ai dieci metri di lunghezza e un certo spirito di avventura si lanciano in circunavigazioni dell’arcipelago dalmata, seguendo ritmi e traiettorie spesso sconosciuti e alternativi a quelli delle guide turistiche. In particolare, vorrei iniziare a far luce sulla cornice socio-culturale di riferimento, quel mondo adriatico implicito ma diffuso cappillarmente nell’immaginario storico-letterario, che permette ai diportisti di fare ”senso” e di vivere un’esperienza autenticamente marinara
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