Nell’estate del 1836 Alexis de Tocqueville, mentre sta preparando la seconda parte della sua Democrazia in America, legge il Principe e le Istorie fiorentine di Machiavelli. Da questa lettura giunge alle conclusioni che il Segretario fiorentino aveva intuito la complessità della modernità, ma non l’aveva capita. Individuava i vizi (quella idea vera e profonda) , ma non sapeva trattare le virtù. Machiavelli era per Tocqueville un semplificatore della politica, mentre è la complessità a produrre l’uomo semplificato frutto dell’assetto sociale moderno. L’uomo democratico viene indotto dal suo stesso potere sociale all’apatia politica, mediante un processo assai articolato che Machiavelli non poteva intendere fino in fondo, essendo ancora figlio dell’età di mezzo, troppo lontano dal poter comprendere la forza irresistibile che avrebbe avuto l’”uguaglianza delle condizioni”.[...]
Dans un horrible ouvrage, une idée vrai et profonde. Tocqueville lettore di Machiavelli
NOTO, Adolfo
2005-01-01
Abstract
Nell’estate del 1836 Alexis de Tocqueville, mentre sta preparando la seconda parte della sua Democrazia in America, legge il Principe e le Istorie fiorentine di Machiavelli. Da questa lettura giunge alle conclusioni che il Segretario fiorentino aveva intuito la complessità della modernità, ma non l’aveva capita. Individuava i vizi (quella idea vera e profonda) , ma non sapeva trattare le virtù. Machiavelli era per Tocqueville un semplificatore della politica, mentre è la complessità a produrre l’uomo semplificato frutto dell’assetto sociale moderno. L’uomo democratico viene indotto dal suo stesso potere sociale all’apatia politica, mediante un processo assai articolato che Machiavelli non poteva intendere fino in fondo, essendo ancora figlio dell’età di mezzo, troppo lontano dal poter comprendere la forza irresistibile che avrebbe avuto l’”uguaglianza delle condizioni”.[...]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.