Il saggio monografico muove dall'inquadramento della presupposizione nell'ambito della teoria generale del diritto e segnatamente nella teoria della fattispecie. Una volta ricostruito il quadro d'insieme, il tema viene affrontato nella prospettiva del diritto amministrativo, con l'obiettivo di verificare la tenuta delle ricostruzioni classiche alla luce delle teorizzazioni sul ruolo che oggi è da assegnare all'amministrazione nel nostro ordinamento giuridico. Si è in particolare verificato che la ricostruzione dottrinale sul tema della presupposizione nel diritto amministrativo si svolge utilizzando due diversi approcci ricostruttivi, entrambi peraltro accomunati dal valore e dalla portata della fattispecie nella spiegazione del fenomeno in questione: il primo, definito strutturale, muovendo dalla considerazione della struttura della fattispecie, sostiene che i presupposti si configurano quali veri e propri elementi della medesima, la cui mancanza determina l'inesistenza della fattispecie e l'impossibilità della produzione dell'effetto previsto nella norma astratta; il secondo, definito funzionale, si fonda sul valore condizionante del presupposto, che si rapporta con la fattispecie principale non in modo diretto, ma tramite la figura della situazione giuridica, ossia l'insieme delle circostanze che determinano l'ambiente, il contesto di riferimento di cui la fattispecie principale necessita al fine di produrre l'effetto giuridico previsto dall'ordinamento.Sono state dunque analizzate le diverse soluzioni applicative corrispondenti alla ricordata alternativa. L'analisi è stata svolta in particolare con riguardo alla annosa questione del trattamento degli stati vizianti dell'atto presupposto e della loro rilevanza rispetto all'atto principale. Ciò sia nella prospettiva del rapporto tra atti amministrativi sia in quella del rapporto tra un atto amministrativo ed un atto avente natura privatistica e segnatamente nel rapporto tra aggiudicazione e contratto di appalto. Il risultato di tale analisi ha portato ad evidenziare come anche in giurisprudenza le ricostruzioni esistenti della trasmissione ovvero della derivazione del vizio tra atti sono in assolutamente in linea con l'impostazione generale che pone la fattispecie al centro di ogni riflessione in merito al rapporto di presupposizione. Tale impostazione non può peraltro oggi ritenersi completamente soddisfacente per una serie di ragioni di cui si è dato conto nel saggio: a) in quanto nessuna delle ricostruzioni offerte sembra in grado di spiegare in modo esaustivo il rapporto di presupposizione tra atti nel diritto amministrativo; b) per l'emergere recente, in primo luogo nel diritto positivo, di una nozione di azione amministrativa che vuole essere considerata in una dimensione unitaria, maggiormente attenta ai profili sostanziali piuttosto che a quelli formali; c) per l'affermazione oramai definitiva di strumenti di valutazione e misurazione dell'azione amministrativa in termini di risultato e non esclusivamente di stretta legittimità.Muovendo da tali considerazioni si è dunque tentato di offrire una diversa e nuova ricostruzione del rapporto di presupposizione che, ponendo al centro della scena il collegamento non più inteso come rapporto tra fattispecie, ma come esercizio unitario dell'azione amministrativa, ovvero di quello che si è chiamato “disegno unitario” fissato dal legislatore in vista del raggiungimento di un risultato, fuoriesca dalle rigidità in cui sino ad ora la tematica in questione è stata consegnata sia da parte della ricostruzione strutturale sia da parte di quella funzionale. Una tale ricostruzione consentirebbe di liberare l'azione amministrativa dai vincoli troppo stringenti sinora instaurati tra atto presupposto ed atto collegato dal punto di vista de[...]
Il rapporto di presupposizione nel diritto amministrativo. Contributo allo studio della funzione complessa
DETTORI, SALVATORE
2006-01-01
Abstract
Il saggio monografico muove dall'inquadramento della presupposizione nell'ambito della teoria generale del diritto e segnatamente nella teoria della fattispecie. Una volta ricostruito il quadro d'insieme, il tema viene affrontato nella prospettiva del diritto amministrativo, con l'obiettivo di verificare la tenuta delle ricostruzioni classiche alla luce delle teorizzazioni sul ruolo che oggi è da assegnare all'amministrazione nel nostro ordinamento giuridico. Si è in particolare verificato che la ricostruzione dottrinale sul tema della presupposizione nel diritto amministrativo si svolge utilizzando due diversi approcci ricostruttivi, entrambi peraltro accomunati dal valore e dalla portata della fattispecie nella spiegazione del fenomeno in questione: il primo, definito strutturale, muovendo dalla considerazione della struttura della fattispecie, sostiene che i presupposti si configurano quali veri e propri elementi della medesima, la cui mancanza determina l'inesistenza della fattispecie e l'impossibilità della produzione dell'effetto previsto nella norma astratta; il secondo, definito funzionale, si fonda sul valore condizionante del presupposto, che si rapporta con la fattispecie principale non in modo diretto, ma tramite la figura della situazione giuridica, ossia l'insieme delle circostanze che determinano l'ambiente, il contesto di riferimento di cui la fattispecie principale necessita al fine di produrre l'effetto giuridico previsto dall'ordinamento.Sono state dunque analizzate le diverse soluzioni applicative corrispondenti alla ricordata alternativa. L'analisi è stata svolta in particolare con riguardo alla annosa questione del trattamento degli stati vizianti dell'atto presupposto e della loro rilevanza rispetto all'atto principale. Ciò sia nella prospettiva del rapporto tra atti amministrativi sia in quella del rapporto tra un atto amministrativo ed un atto avente natura privatistica e segnatamente nel rapporto tra aggiudicazione e contratto di appalto. Il risultato di tale analisi ha portato ad evidenziare come anche in giurisprudenza le ricostruzioni esistenti della trasmissione ovvero della derivazione del vizio tra atti sono in assolutamente in linea con l'impostazione generale che pone la fattispecie al centro di ogni riflessione in merito al rapporto di presupposizione. Tale impostazione non può peraltro oggi ritenersi completamente soddisfacente per una serie di ragioni di cui si è dato conto nel saggio: a) in quanto nessuna delle ricostruzioni offerte sembra in grado di spiegare in modo esaustivo il rapporto di presupposizione tra atti nel diritto amministrativo; b) per l'emergere recente, in primo luogo nel diritto positivo, di una nozione di azione amministrativa che vuole essere considerata in una dimensione unitaria, maggiormente attenta ai profili sostanziali piuttosto che a quelli formali; c) per l'affermazione oramai definitiva di strumenti di valutazione e misurazione dell'azione amministrativa in termini di risultato e non esclusivamente di stretta legittimità.Muovendo da tali considerazioni si è dunque tentato di offrire una diversa e nuova ricostruzione del rapporto di presupposizione che, ponendo al centro della scena il collegamento non più inteso come rapporto tra fattispecie, ma come esercizio unitario dell'azione amministrativa, ovvero di quello che si è chiamato “disegno unitario” fissato dal legislatore in vista del raggiungimento di un risultato, fuoriesca dalle rigidità in cui sino ad ora la tematica in questione è stata consegnata sia da parte della ricostruzione strutturale sia da parte di quella funzionale. Una tale ricostruzione consentirebbe di liberare l'azione amministrativa dai vincoli troppo stringenti sinora instaurati tra atto presupposto ed atto collegato dal punto di vista de[...]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.