Il saggio tenta una breve ricognizione sui valori originari che formano l’identità europea e che, dopo il fallimento tragico delle ideologie del 900, ancora oggi possono animare e rendere vitale una nuova coscienza culturale e politica dell’Europa unita.Quali valori, allora? I valori, in un certo senso, non si scelgono. Sono loro a scegliere noi. Ci vengono incontro nella forma concreta di una storia, di una tradizione viva in cui siamo accolti che ci è comunicata dalla nostra famiglia, dalla nostra nazione e tramite la lingua, dalla nostra cultura. Questi valori che ci sono comunicati con la forza viva della testimonianza delle persone care noi siamo chiamati ad assimilare, a riformulare liberamente, a riproporre ai nostri figli ed alla generazione che verrà dopo di noi.I valori che ci vengono incontro nella nostra esperienza concreta di uomini e donne dei diversi nostri paesi sono i valori cristiani dei popoli europei.La storia del nostro secolo, del resto, è la storia drammatica della negazione proprio dei valori ebraico/cristiani, che ha portato alla nascita dei totalitarismi ed ha condotto l'Europa sull'orlo del suicidio, e della lotta per testimoniarli, difenderli, riaffermarli.Il primo fra tutti è rappresentato dal primato della persona umana e del cittadino, non della razza o della classe o della appartenenza nazionale o religiosa o etnica o di altro tipo.Al centro quindi c’è l'idea della persona umana come individuo e come comunità, come libertà e come dono. Difesa della persona umana che è al contempo difesa delle comunità (La famiglia, il Comune, o la Regione, la Nazione e il Continente) in cui essa si sviluppa e si espande. Difendere la persona è difendere la vita, dal concepimento fino al termine naturale, ed è difendere l'ambiente in cui essa si svolge, sia quello naturale che quello morale e spirituale.In questa lotta, almeno sul piano culturale e politico, la politica italiana ed europea è inserita. Il compito allora della politica e dei partiti nei diversi paesi è fare in modo che la persona sia al centro della società, dell'economia e della politica; che essa sia il fine e non lo strumento del progresso economico; che le ragioni della persona non siano calpestate in nome delle ragioni del sistema, del profitto, dell'ideologia e della conservazione.Qui il saggio si sofferma sulla questione se esista o meno una cultura europea.In questa prospettiva si vedrà subito che gli europei condividono fra loro un insieme di concezioni, valori e stili di vita che qualificano una cultura. Le diverse culture nazionali appaiono, in questa prospettiva, come delle varianti di un fondo comune, rami che fioriscono sullo stesso tronco. Tutti questi elementi appartengono all’orizzonte dell’Europa in forza della sua radice ebraico-cristiana. Essi non sono presenti, o almeno non sono presenti con la massima forza, nel contesto di altre civilizzazioni culturali.Vista dall’esterno l’Europa appare quindi chiaramente portatrice di una propria cultura, di una cultura ebraico-cristiana della persona, della libertà e della responsabilità.Questo dato, certamente, è culturale e non confessionale. E’ in questo senso che Benedetto Croce non poteva non dirsi cristiano, pur non accettando nessuna ortodossia dogmatica confessionale. Questo dato culturale, originariamente cristiano e poi in parte laicizzato, permea la mentalità dell’uomo europeo.Esiste un’intenzione culturale, un insieme di valori e di principi chiaramente identificabili che fanno da sfondo alla iniziativa politica europea? Sembra che l’elemento comune di partenza sia il rifiuto delle ideologie del Novecento, il rifiuto del fascismo, del nazionalismo e del comunismo e il ritorno alle idee dei diritti fondamentali della persona umana.Le ideologie totalitarie del Novecento vengono respi[...]

Esiste una "cultura europea"?

POLLINI, Pierluigi
2005-01-01

Abstract

Il saggio tenta una breve ricognizione sui valori originari che formano l’identità europea e che, dopo il fallimento tragico delle ideologie del 900, ancora oggi possono animare e rendere vitale una nuova coscienza culturale e politica dell’Europa unita.Quali valori, allora? I valori, in un certo senso, non si scelgono. Sono loro a scegliere noi. Ci vengono incontro nella forma concreta di una storia, di una tradizione viva in cui siamo accolti che ci è comunicata dalla nostra famiglia, dalla nostra nazione e tramite la lingua, dalla nostra cultura. Questi valori che ci sono comunicati con la forza viva della testimonianza delle persone care noi siamo chiamati ad assimilare, a riformulare liberamente, a riproporre ai nostri figli ed alla generazione che verrà dopo di noi.I valori che ci vengono incontro nella nostra esperienza concreta di uomini e donne dei diversi nostri paesi sono i valori cristiani dei popoli europei.La storia del nostro secolo, del resto, è la storia drammatica della negazione proprio dei valori ebraico/cristiani, che ha portato alla nascita dei totalitarismi ed ha condotto l'Europa sull'orlo del suicidio, e della lotta per testimoniarli, difenderli, riaffermarli.Il primo fra tutti è rappresentato dal primato della persona umana e del cittadino, non della razza o della classe o della appartenenza nazionale o religiosa o etnica o di altro tipo.Al centro quindi c’è l'idea della persona umana come individuo e come comunità, come libertà e come dono. Difesa della persona umana che è al contempo difesa delle comunità (La famiglia, il Comune, o la Regione, la Nazione e il Continente) in cui essa si sviluppa e si espande. Difendere la persona è difendere la vita, dal concepimento fino al termine naturale, ed è difendere l'ambiente in cui essa si svolge, sia quello naturale che quello morale e spirituale.In questa lotta, almeno sul piano culturale e politico, la politica italiana ed europea è inserita. Il compito allora della politica e dei partiti nei diversi paesi è fare in modo che la persona sia al centro della società, dell'economia e della politica; che essa sia il fine e non lo strumento del progresso economico; che le ragioni della persona non siano calpestate in nome delle ragioni del sistema, del profitto, dell'ideologia e della conservazione.Qui il saggio si sofferma sulla questione se esista o meno una cultura europea.In questa prospettiva si vedrà subito che gli europei condividono fra loro un insieme di concezioni, valori e stili di vita che qualificano una cultura. Le diverse culture nazionali appaiono, in questa prospettiva, come delle varianti di un fondo comune, rami che fioriscono sullo stesso tronco. Tutti questi elementi appartengono all’orizzonte dell’Europa in forza della sua radice ebraico-cristiana. Essi non sono presenti, o almeno non sono presenti con la massima forza, nel contesto di altre civilizzazioni culturali.Vista dall’esterno l’Europa appare quindi chiaramente portatrice di una propria cultura, di una cultura ebraico-cristiana della persona, della libertà e della responsabilità.Questo dato, certamente, è culturale e non confessionale. E’ in questo senso che Benedetto Croce non poteva non dirsi cristiano, pur non accettando nessuna ortodossia dogmatica confessionale. Questo dato culturale, originariamente cristiano e poi in parte laicizzato, permea la mentalità dell’uomo europeo.Esiste un’intenzione culturale, un insieme di valori e di principi chiaramente identificabili che fanno da sfondo alla iniziativa politica europea? Sembra che l’elemento comune di partenza sia il rifiuto delle ideologie del Novecento, il rifiuto del fascismo, del nazionalismo e del comunismo e il ritorno alle idee dei diritti fondamentali della persona umana.Le ideologie totalitarie del Novecento vengono respi[...]
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/1880
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