Nella vasta produzione dell’eclettico Emilio Betti, filosofo, giurista, studioso e uomo di cultura, vi è un tratto di continuità nei suoi molteplici interessi? E quale ne è l’elemento connettivale? La forte caratura giuridica dei suoi studi è isolabile da un contesto e da uno sfondo di più ampio respiro? Si può assumere come sua cifra emblematica la rivendicazione di un tentativo di edificare in chiave ermeneutica una metodologia generale della scienza dello spirito, che rigetta la pretesa di universalità avanzata dall’ermeneutica filosofica? E fare di essa, quindi, non solo la via ma anche la leva che riequilibria e mette in dialogo l’oggettività veritativa dell’intendere e la soggettività della coscienza? E soprattutto, che incidenza ha sulla sua teoria dell’interpretazione lo studio ma anche la passione, che i suoi scritti rivelano per l’opera d’arte e l’interpretazione drammatica?Farsi guidare da questi interrogativi ha lo scopo di convergere nell’esame di un particolare tipo di interpretazione esposta nella Teoria generale dell’interpretazione, opera a cui faremo prevalente riferimento, e cioè l’interpretazione dell’arte, in particolare quella drammatica, in cui si colgono i richiami e la tessitura, talvolta latente, di un dialogo intellettuale e spirituale con il fratello Ugo. Sono solo alcune delle domande che muovono questo lavoro, che non intende dare per scontato la sostanziale delineatura giuridica del pensiero di Betti e dell’interpretazione giuridica nell’ermeneutica contemporanea; ma vuole esplorare una ramificazione, di estrema suggestione, che La Teoria generale della interpretazione tratteggia e invita a seguire: il rapporto tra interpretazione e arte del teatro. La trattazione dell’interpretazione drammatica all’interno della sua teoria generale dell’interpretazione apre non solo la ricerca di elementi di contiguità, derivazione o divaricazione con l’interpretazione giuridica, ma tesse a più riprese, in modo talvolta sotteso e latente, un dialogo concettuale e metodologico con l’arte letteraria e la drammaturgia del fratello Ugo. In questo percorso, l’analisi del linguaggio, e il nesso dialettico tra linguaggio e pensiero, il rapporto fra espressione ed autore, il concetto di testo e di forma rappresentativa, il rapporto tra interprete ed opera, e tra testo, spettacolo e pubblico, la ricerca della chiave spettacolare del testo drammatico, l’arte del teatro e l’interpretazione musicale, sono passaggi che tracciano una linea speculativa intrisa di fascinazioni e di dissonanze.[...]

"Parola, verità, diritto. Sulla teoria dell’interpretazione di Emilio Betti"

RICCI, Fiammetta
2006-01-01

Abstract

Nella vasta produzione dell’eclettico Emilio Betti, filosofo, giurista, studioso e uomo di cultura, vi è un tratto di continuità nei suoi molteplici interessi? E quale ne è l’elemento connettivale? La forte caratura giuridica dei suoi studi è isolabile da un contesto e da uno sfondo di più ampio respiro? Si può assumere come sua cifra emblematica la rivendicazione di un tentativo di edificare in chiave ermeneutica una metodologia generale della scienza dello spirito, che rigetta la pretesa di universalità avanzata dall’ermeneutica filosofica? E fare di essa, quindi, non solo la via ma anche la leva che riequilibria e mette in dialogo l’oggettività veritativa dell’intendere e la soggettività della coscienza? E soprattutto, che incidenza ha sulla sua teoria dell’interpretazione lo studio ma anche la passione, che i suoi scritti rivelano per l’opera d’arte e l’interpretazione drammatica?Farsi guidare da questi interrogativi ha lo scopo di convergere nell’esame di un particolare tipo di interpretazione esposta nella Teoria generale dell’interpretazione, opera a cui faremo prevalente riferimento, e cioè l’interpretazione dell’arte, in particolare quella drammatica, in cui si colgono i richiami e la tessitura, talvolta latente, di un dialogo intellettuale e spirituale con il fratello Ugo. Sono solo alcune delle domande che muovono questo lavoro, che non intende dare per scontato la sostanziale delineatura giuridica del pensiero di Betti e dell’interpretazione giuridica nell’ermeneutica contemporanea; ma vuole esplorare una ramificazione, di estrema suggestione, che La Teoria generale della interpretazione tratteggia e invita a seguire: il rapporto tra interpretazione e arte del teatro. La trattazione dell’interpretazione drammatica all’interno della sua teoria generale dell’interpretazione apre non solo la ricerca di elementi di contiguità, derivazione o divaricazione con l’interpretazione giuridica, ma tesse a più riprese, in modo talvolta sotteso e latente, un dialogo concettuale e metodologico con l’arte letteraria e la drammaturgia del fratello Ugo. In questo percorso, l’analisi del linguaggio, e il nesso dialettico tra linguaggio e pensiero, il rapporto fra espressione ed autore, il concetto di testo e di forma rappresentativa, il rapporto tra interprete ed opera, e tra testo, spettacolo e pubblico, la ricerca della chiave spettacolare del testo drammatico, l’arte del teatro e l’interpretazione musicale, sono passaggi che tracciano una linea speculativa intrisa di fascinazioni e di dissonanze.[...]
2006
8849514239
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/1653
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