The essay analyses the genesis, structure, and functions of the Contemporary Sculpture Garden – Unite Museum of the University of Teramo, inaugurated in 2018 and now among the most significant experiences within the Italian landscape of university museums devoted to contemporary art. Following an introductory reflection on the role of university museums as spaces for preservation, education, and third mission engagement, the text investigates the logics of acquisition and the relationship between the museum and its territory. Works by Venanzo Crocetti, Diego Esposito, and the collective project Il Cielo d’Italia express a strong sense of local identity rooted in the Abruzzo region, while the donations by Immacolata Datti and Alejandro Marmo broaden its international scope. Particular attention is devoted to the architectural context of the Colleparco campus, designed by Marco Tamino, and to the museum’s distinctive display model, which transforms the entire university complex into a living, daily museum. The case of Teramo is compared with other Italian experiences—particularly the Aratro Contemporary Art Centre of the University of Molise, the CAMUSAC of Cassino, the MLAC of Sapienza University of Rome, and the newly founded Museum of Contemporary Art of the University of Verona—highlighting the centrality of education and public engagement. Through projects such as toMetarte, VRSciT, SMICUPA, and A tutto DAMS!, the museum asserts itself as a laboratory of interdisciplinary research and civic participation, combining digital innovation, heritage enhancement, and territorial identity.
Il saggio analizza la genesi, la struttura e la funzione del Contemporary Sculpture Garden – Unite Museum dell’Università di Teramo, inaugurato nel 2018 e oggi tra le esperienze più significative nel panorama dei musei universitari italiani dedicati all’arte contemporanea. Dopo una riflessione introduttiva sul ruolo dei musei universitari come luoghi di tutela, didattica e terza missione, il testo indaga le logiche di acquisizione e la relazione tra museo e territorio. Le opere di Venanzo Crocetti, Diego Esposito e la collettiva Il Cielo d’Italia testimoniano un forte legame identitario con la regione abruzzese, mentre le donazioni di Immacolata Datti e Alejandro Marmo allargano l’orizzonte internazionale. Ampio spazio è riservato al contesto architettonico del campus di Colleparco, progettato da Marco Tamino, e alla distribuzione diffusa delle opere, che trasforma l’intero complesso universitario in un museo vivo e quotidiano. Il saggio colloca il caso di Teramo nel confronto con altre esperienze italiane – in particolare l’Aratro dell’Università del Molise, il CAMUSAC di Cassino, il MLAC della Sapienza e il nuovo Centro Museale per l’Arte Contemporanea di Verona – sottolineando la centralità della dimensione formativa e di public engagement. Attraverso progetti come toMetarte, VRSciT, SMICUPA e A tutto DAMS!, il museo si afferma come laboratorio di ricerca interdisciplinare e di partecipazione civica, capace di coniugare innovazione digitale, valorizzazione del patrimonio e identità territoriale.
Opere e spazi, logiche di acquisizione e modelli museali del Contemporary Sculpture Garden dell’Università di Teramo
Paolo Coen
In corso di stampa
Abstract
Il saggio analizza la genesi, la struttura e la funzione del Contemporary Sculpture Garden – Unite Museum dell’Università di Teramo, inaugurato nel 2018 e oggi tra le esperienze più significative nel panorama dei musei universitari italiani dedicati all’arte contemporanea. Dopo una riflessione introduttiva sul ruolo dei musei universitari come luoghi di tutela, didattica e terza missione, il testo indaga le logiche di acquisizione e la relazione tra museo e territorio. Le opere di Venanzo Crocetti, Diego Esposito e la collettiva Il Cielo d’Italia testimoniano un forte legame identitario con la regione abruzzese, mentre le donazioni di Immacolata Datti e Alejandro Marmo allargano l’orizzonte internazionale. Ampio spazio è riservato al contesto architettonico del campus di Colleparco, progettato da Marco Tamino, e alla distribuzione diffusa delle opere, che trasforma l’intero complesso universitario in un museo vivo e quotidiano. Il saggio colloca il caso di Teramo nel confronto con altre esperienze italiane – in particolare l’Aratro dell’Università del Molise, il CAMUSAC di Cassino, il MLAC della Sapienza e il nuovo Centro Museale per l’Arte Contemporanea di Verona – sottolineando la centralità della dimensione formativa e di public engagement. Attraverso progetti come toMetarte, VRSciT, SMICUPA e A tutto DAMS!, il museo si afferma come laboratorio di ricerca interdisciplinare e di partecipazione civica, capace di coniugare innovazione digitale, valorizzazione del patrimonio e identità territoriale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


