The chapter explores accessibility barriers in museums and argues for the use of haptic perception as a shared aesthetic language between sighted and visually impaired individuals. Paolini challenges the prejudice that links art exclusively to vision, illustrating through historical and contemporary examples—such as the Museo Omero—and experimental projects in robotics and automation. She emphasizes that aesthetic experience is fundamentally rooted in imagination and creativity, thus universally accessible regardless of sensory abilities. Emerging technologies—augmented reality, virtual reality, and haptic interfaces—can overcome the limitations of physical reproductions, enabling universal museum pathways that are both economically sustainable and inclusive. The chapter concludes that integrating advanced technological solutions offers a path toward fully accessible museum experiences, fostering a multisensory and shared form of aesthetic cognition.

Il capitolo analizza le barriere di accessibilità nei musei e propone l’adozione della percezione aptica come linguaggio estetico comune tra persone vedenti e non vedenti. Paolini parte dal pregiudizio che associa l’arte unicamente alla vista, ribaltandolo attraverso esempi storici e contemporanei di musei tattili, come il Museo Omero, e di esperienze multimediali basate su automazione e robotica. La riflessione evidenzia come la fruizione estetica sia innanzitutto un atto immaginativo e creativo, accessibile a tutti indipendentemente dalle capacità sensoriali. Tecnologie emergenti – realtà aumentata, virtuale e interfacce aptiche – permettono di superare i limiti delle riproduzioni fisiche, offrendo percorsi museali universali, economicamente sostenibili e capaci di integrare contenuti culturali senza separare i pubblici. L’autrice conclude che l’integrazione di soluzioni tecnologiche avanzate rappresenta una via per costruire esperienze museali realmente inclusive, fondate su un’estetica condivisa e multisensoriale.

Barreiras de acessibilidade e percepção háptica - Cognição estético-criativa como uma linguagem comum entre pessoas videntes e com deficiência visual

Cecilia Paolini
2025-01-01

Abstract

The chapter explores accessibility barriers in museums and argues for the use of haptic perception as a shared aesthetic language between sighted and visually impaired individuals. Paolini challenges the prejudice that links art exclusively to vision, illustrating through historical and contemporary examples—such as the Museo Omero—and experimental projects in robotics and automation. She emphasizes that aesthetic experience is fundamentally rooted in imagination and creativity, thus universally accessible regardless of sensory abilities. Emerging technologies—augmented reality, virtual reality, and haptic interfaces—can overcome the limitations of physical reproductions, enabling universal museum pathways that are both economically sustainable and inclusive. The chapter concludes that integrating advanced technological solutions offers a path toward fully accessible museum experiences, fostering a multisensory and shared form of aesthetic cognition.
2025
978-65-5805-109-1
Il capitolo analizza le barriere di accessibilità nei musei e propone l’adozione della percezione aptica come linguaggio estetico comune tra persone vedenti e non vedenti. Paolini parte dal pregiudizio che associa l’arte unicamente alla vista, ribaltandolo attraverso esempi storici e contemporanei di musei tattili, come il Museo Omero, e di esperienze multimediali basate su automazione e robotica. La riflessione evidenzia come la fruizione estetica sia innanzitutto un atto immaginativo e creativo, accessibile a tutti indipendentemente dalle capacità sensoriali. Tecnologie emergenti – realtà aumentata, virtuale e interfacce aptiche – permettono di superare i limiti delle riproduzioni fisiche, offrendo percorsi museali universali, economicamente sostenibili e capaci di integrare contenuti culturali senza separare i pubblici. L’autrice conclude che l’integrazione di soluzioni tecnologiche avanzate rappresenta una via per costruire esperienze museali realmente inclusive, fondate su un’estetica condivisa e multisensoriale.
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