La salvaguardia ambientale attraverso l’adozione di soluzioni sostenibili è una priorità globale e un tema centrale della Missione2 del PNRR italiano (Rivoluzione Verde&Transizione Ecologica) inteso ad assicurare una transizione equa e inclusiva verso una società a zero impatto ambientale. Il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi sono presenti tra i diritti costituzionali a garanzia del benessere dei cittadini di oggi e delle future generazioni. Tuttavia, anche in anni recenti, i paesi europei hanno cercato di controllare l’impatto ambientale delle attività produttive, industriali e non, attraverso scelte innovative non sempre allineate ad azioni “più ecologiche” (de Medeiros et al., 2018). Da qui la research question del presente lavoro: testare la sostenibilità energetica dell'Italia e la sua cultura green anche attraverso l’energia prodotta da fonti rinnovabili, convinti della necessità di sviluppare comportamenti finalizzati alla riduzione della carbon footprint ambientale. l’Italia, infatti, soprattutto per il ritardo nella diffusione di una cultura green, nonostante la forte presenza di sorgenti naturali (sole, vento, geotermia), stenta ancora nell’uso di questa fonte energetica che la renderebbe meno dipendente dalle importazioni. La sostenibilità e la responsabilità ambientale sono un obiettivo ancora più evidente se collegato alle innovazioni digitali. La diffusione sociale di una cultura verde e l'opportunità di preservare l'ambiente stimolano inevitabilmente l’interesse verso le energie rinnovabili e lo sviluppo sostenibile. Non c’è attività green idonea a generare un vantaggio competitivo se la diffusione di una eco-cultura latita: la cultura organizzativa verde, infatti, può esplicitare effetti di spillover culturale top-down (istituzioni-popolazione) solo se adeguatamente sostenuta e radicata anche a livello locale. La teoria economica sullo scambio sociale (Emerson, 1976; Robertson&Barling, 2017) supporta la promozione di una cultura green dove la reciprocità è base di partenza per una solida collaborazione e pianificazione tra i soggetti coinvolti a livello di singola impresa e di collettività. La sostenibilità partecipativa (Robinson, 2004), invece, sostiene la diffusione delle informazioni verdi con la percezione stimata sulla popolazione dell'impatto di un progetto, inclusi quelli verdi. La cultura verde imprenditoriale è una capability dell’impresa, una capacità organizzativa che è un vero codice per un imprenditore innovatore e green, tanto che Olsthoorn et al. (2001) ritengono che un’impresa con una solida eco-cultura possa agevolmente raggiungere un vantaggio competitivo e una migliore performance green.

Innovazione, transizione energetica e sistemi produttivi sostenibili

Morelli G.
;
Rossi R.
2024-01-01

Abstract

La salvaguardia ambientale attraverso l’adozione di soluzioni sostenibili è una priorità globale e un tema centrale della Missione2 del PNRR italiano (Rivoluzione Verde&Transizione Ecologica) inteso ad assicurare una transizione equa e inclusiva verso una società a zero impatto ambientale. Il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi sono presenti tra i diritti costituzionali a garanzia del benessere dei cittadini di oggi e delle future generazioni. Tuttavia, anche in anni recenti, i paesi europei hanno cercato di controllare l’impatto ambientale delle attività produttive, industriali e non, attraverso scelte innovative non sempre allineate ad azioni “più ecologiche” (de Medeiros et al., 2018). Da qui la research question del presente lavoro: testare la sostenibilità energetica dell'Italia e la sua cultura green anche attraverso l’energia prodotta da fonti rinnovabili, convinti della necessità di sviluppare comportamenti finalizzati alla riduzione della carbon footprint ambientale. l’Italia, infatti, soprattutto per il ritardo nella diffusione di una cultura green, nonostante la forte presenza di sorgenti naturali (sole, vento, geotermia), stenta ancora nell’uso di questa fonte energetica che la renderebbe meno dipendente dalle importazioni. La sostenibilità e la responsabilità ambientale sono un obiettivo ancora più evidente se collegato alle innovazioni digitali. La diffusione sociale di una cultura verde e l'opportunità di preservare l'ambiente stimolano inevitabilmente l’interesse verso le energie rinnovabili e lo sviluppo sostenibile. Non c’è attività green idonea a generare un vantaggio competitivo se la diffusione di una eco-cultura latita: la cultura organizzativa verde, infatti, può esplicitare effetti di spillover culturale top-down (istituzioni-popolazione) solo se adeguatamente sostenuta e radicata anche a livello locale. La teoria economica sullo scambio sociale (Emerson, 1976; Robertson&Barling, 2017) supporta la promozione di una cultura green dove la reciprocità è base di partenza per una solida collaborazione e pianificazione tra i soggetti coinvolti a livello di singola impresa e di collettività. La sostenibilità partecipativa (Robinson, 2004), invece, sostiene la diffusione delle informazioni verdi con la percezione stimata sulla popolazione dell'impatto di un progetto, inclusi quelli verdi. La cultura verde imprenditoriale è una capability dell’impresa, una capacità organizzativa che è un vero codice per un imprenditore innovatore e green, tanto che Olsthoorn et al. (2001) ritengono che un’impresa con una solida eco-cultura possa agevolmente raggiungere un vantaggio competitivo e una migliore performance green.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/152822
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