Questo contributo si basa sulla nozione del turismo come un importante motore di cambiamento nel contesto delle aree naturali, mettendo in evidenza i pro e i contro legati al processo di transizione verso la trasformazione dei luoghi in destinazioni verdi. Il turismo basato sulla natura e l'eco-turismo sono stati sempre considerati contesti favorevoli per orientare lo sviluppo turistico in una direzione sostenibile. Tuttavia, tendenze recenti e la crescita dei flussi verso destinazioni la cui offerta è basata su salute, benessere e alta qualità ambientale hanno richiesto una rivalutazione delle questioni legate sia agli impatti ambientali che sociali. In alcuni casi, la relazione tra turismo, risorse locali e conservazione ambientale può aver innescato un ciclo vizioso, con diversi conflitti relativi alle particolari fragilità di queste aree. I rischi e le implicazioni legati al fenomeno dello "overtourism" in termini di conflitto locale e incontri antagonistici tra residenti e turisti sono stati recentemente evidenziati, anche in relazione ai piccoli centri rurali. In questi ultimi contesti, persino un limitato numero di visitatori può causare preoccupazioni se i loro arrivi non sono previsti. Pertanto, il turismo, lontano dal rappresentare una fonte di ricchezza economica locale, può trasformarsi in un'arena di conflitto sociale. Il modo in cui le aree naturali affrontano queste nuove preoccupazioni e minacce è una questione centrale per una teoria sociologica del turismo, sempre più orientata ad analizzare lo sviluppo e il cambiamento sociale più ampio in termini sostenibili. A tal fine, la letteratura si riferisce all'applicazione di un "transition management", come un modello di governance multilivello che aiuti le società a trasformarsi gradualmente e a determinare in che misura i loro obiettivi di sviluppo siano desiderabili in termini di cambiamento ambientale, socio-economico e culturale.
Aree naturali e transizione turistica
Rita Salvatore
Writing – Original Draft Preparation
2024-01-01
Abstract
Questo contributo si basa sulla nozione del turismo come un importante motore di cambiamento nel contesto delle aree naturali, mettendo in evidenza i pro e i contro legati al processo di transizione verso la trasformazione dei luoghi in destinazioni verdi. Il turismo basato sulla natura e l'eco-turismo sono stati sempre considerati contesti favorevoli per orientare lo sviluppo turistico in una direzione sostenibile. Tuttavia, tendenze recenti e la crescita dei flussi verso destinazioni la cui offerta è basata su salute, benessere e alta qualità ambientale hanno richiesto una rivalutazione delle questioni legate sia agli impatti ambientali che sociali. In alcuni casi, la relazione tra turismo, risorse locali e conservazione ambientale può aver innescato un ciclo vizioso, con diversi conflitti relativi alle particolari fragilità di queste aree. I rischi e le implicazioni legati al fenomeno dello "overtourism" in termini di conflitto locale e incontri antagonistici tra residenti e turisti sono stati recentemente evidenziati, anche in relazione ai piccoli centri rurali. In questi ultimi contesti, persino un limitato numero di visitatori può causare preoccupazioni se i loro arrivi non sono previsti. Pertanto, il turismo, lontano dal rappresentare una fonte di ricchezza economica locale, può trasformarsi in un'arena di conflitto sociale. Il modo in cui le aree naturali affrontano queste nuove preoccupazioni e minacce è una questione centrale per una teoria sociologica del turismo, sempre più orientata ad analizzare lo sviluppo e il cambiamento sociale più ampio in termini sostenibili. A tal fine, la letteratura si riferisce all'applicazione di un "transition management", come un modello di governance multilivello che aiuti le società a trasformarsi gradualmente e a determinare in che misura i loro obiettivi di sviluppo siano desiderabili in termini di cambiamento ambientale, socio-economico e culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.