Nel primo Seicento gli inviati, incaricati da committenti forestieri di selezionare a Roma cantanti e cantatrici, si riferivano prevalentemente alle cerchie dei cardinali, romani e non romani. I carteggi risalenti di quegli anni, oltre a offrire eloquenti conferme in proposito, contribuiscono a documentare il grado di consapevolezza delle diverse caratteristiche interpretative e repertoriali. Si ricordi, tra gli altri, Girolamo Fioretti, che in vista dell’inaugurazione del teatro Farnese di Parma (1618) , ebbe l’incombenza di reperire a Roma cantanti, che avessero «voci gagliarde» adatte allo spazio teatrale, ma che fossero anche dotati di «gratia à servire nello stile recitativo». La metà delle voci maschili citate era protetta da un cardinale, Scipione Borghese o Montalto (Alessandro Peretti Damasceni). Quanto alle voci femminili, Fioretti escluse la moglie di Cesare Marotta, Ippolita Recupito del Montalto, e Cleria Agazzari del Borghese, perché inavvicinabili («lo stimo uno sproposito») . Da notare che la protezione cardinalizia veniva menzionata come garanzia di qualità degli artisti, ma anche per mettere in guardia sulle precedenze gerarchiche, che ponevano i cardinali ai vertici: principi della Chiesa, superiori a duchi e re, secondi solo al papa . Per discernere come le dinamiche porporate influissero sulla valutazione dei singoli interpreti è necessario immergersi nella selva delle cortesie, delle malignità e dei codici impliciti, che circondava i cardinali. Tuttavia, per sfuggire alle “sirene” del sapere indiziario , è opportuno orientare la navigazione musicologica verso un punto cospicuo. Verrà qui focalizzato il 1610, anno in cui soggiornarono brevemente a Roma Adriana Basile, per la prima volta, e Claudio Monteverdi. Con nuovi dettagli, verrà posto in evidenza come le loro sorti si intrecciarono con quelle del cardinale non romano Ferdinando Gonzaga (1587-1626). Il brusio che accompagnava la vita porporata romana, farà da sfondo a un momento cruciale della storia della musica, incarnato dalle più discusse e desiderate voci femminili del momento.
‘La primadonna c’hoggi canti’. Les ‘nations’ cardinalices et les échanges musicaux entre chanteurs: pratiques d’interprétation et styles vocaux au dèbut du XVIIe siècle
Besutti Paola
2024-01-01
Abstract
Nel primo Seicento gli inviati, incaricati da committenti forestieri di selezionare a Roma cantanti e cantatrici, si riferivano prevalentemente alle cerchie dei cardinali, romani e non romani. I carteggi risalenti di quegli anni, oltre a offrire eloquenti conferme in proposito, contribuiscono a documentare il grado di consapevolezza delle diverse caratteristiche interpretative e repertoriali. Si ricordi, tra gli altri, Girolamo Fioretti, che in vista dell’inaugurazione del teatro Farnese di Parma (1618) , ebbe l’incombenza di reperire a Roma cantanti, che avessero «voci gagliarde» adatte allo spazio teatrale, ma che fossero anche dotati di «gratia à servire nello stile recitativo». La metà delle voci maschili citate era protetta da un cardinale, Scipione Borghese o Montalto (Alessandro Peretti Damasceni). Quanto alle voci femminili, Fioretti escluse la moglie di Cesare Marotta, Ippolita Recupito del Montalto, e Cleria Agazzari del Borghese, perché inavvicinabili («lo stimo uno sproposito») . Da notare che la protezione cardinalizia veniva menzionata come garanzia di qualità degli artisti, ma anche per mettere in guardia sulle precedenze gerarchiche, che ponevano i cardinali ai vertici: principi della Chiesa, superiori a duchi e re, secondi solo al papa . Per discernere come le dinamiche porporate influissero sulla valutazione dei singoli interpreti è necessario immergersi nella selva delle cortesie, delle malignità e dei codici impliciti, che circondava i cardinali. Tuttavia, per sfuggire alle “sirene” del sapere indiziario , è opportuno orientare la navigazione musicologica verso un punto cospicuo. Verrà qui focalizzato il 1610, anno in cui soggiornarono brevemente a Roma Adriana Basile, per la prima volta, e Claudio Monteverdi. Con nuovi dettagli, verrà posto in evidenza come le loro sorti si intrecciarono con quelle del cardinale non romano Ferdinando Gonzaga (1587-1626). Il brusio che accompagnava la vita porporata romana, farà da sfondo a un momento cruciale della storia della musica, incarnato dalle più discusse e desiderate voci femminili del momento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.