La tutela della biodiversità agricola è fondamentale per garantire la resilienza degli ecosistemi e lo sviluppo di pratiche sostenibili, specialmente in aree rurali soggette a spopolamento e intensificazione agricola. Questo studio ha esaminato la biodiversità vitivinicola abruzzese e l’influenza della biodiversità vegetale sulle proprietà biochimico-nutrizionali dei prodotti di origine animale, con l’obiettivo di valorizzare le risorse genetiche locali e promuovere un’agricoltura sostenibile. L’analisi genetica ha evidenziato l’unicità di cultivar autoctone, come il Nero Antico di Pretalucente, contribuendo alla conservazione del patrimonio viticolo regionale e aprendo nuove prospettive per lo sviluppo di prodotti enologici distintivi e di nicchia. Parallelamente, lo studio della modulazione epigenetica sulla medesima varietà ha evidenziato anche il ruolo della biodiversità ambientale, evidenziando come fattori ambientali, quali la composizione del suolo, influenzino la sintesi delle antocianine, migliorando la plasticità fenotipica e la qualità del vino rosso. Gli estratti fenolici di queste uve hanno inoltre mostrato un potenziale antitumorale e antinfiammatorio, grazie alla loro capacità di modulare l’espressione genica di CNR1 e inibire la produzione di LTB4 da parte dell’enzima proinfiammatorio 5-LOX. Questi risultati suggeriscono potenziali applicazioni terapeutiche da utilizzare in combinazione con le terapie farmacologiche convenzionali contro patologie infiammatorie e tumorali. Infine, in un ambito di agroforestry, l’indagine sulle proprietà biochimiche del latte e del colostro bovino ha evidenziato che un’alimentazione basata su colture autoctone spontanee, tipica degli allevamenti estensivi, contribuisce ad aumentare la biodiversità e ha effetti sulla funzione di enzimi antinfiammatori come LPO e Cp, oltre a incrementare la concentrazione di lipidi bioattivi come AEA e 2-AG, migliorando così la qualità del prodotto. Complessivamente, i risultati di questo lavoro evidenziano l’importanza di approcci integrati, combinando genetica, epigenetica e nutrizione, per promuovere la conservazione della biodiversità e favorire pratiche agricole più sostenibili e resilienti.
Caratterizzazione genetico-molecolare e funzionale di vitigni autoctoni: il ruolo della biodiversità / Pulcini, Marta. - (2024 Oct 01).
Caratterizzazione genetico-molecolare e funzionale di vitigni autoctoni: il ruolo della biodiversità
Pulcini, Marta
2024-10-01
Abstract
La tutela della biodiversità agricola è fondamentale per garantire la resilienza degli ecosistemi e lo sviluppo di pratiche sostenibili, specialmente in aree rurali soggette a spopolamento e intensificazione agricola. Questo studio ha esaminato la biodiversità vitivinicola abruzzese e l’influenza della biodiversità vegetale sulle proprietà biochimico-nutrizionali dei prodotti di origine animale, con l’obiettivo di valorizzare le risorse genetiche locali e promuovere un’agricoltura sostenibile. L’analisi genetica ha evidenziato l’unicità di cultivar autoctone, come il Nero Antico di Pretalucente, contribuendo alla conservazione del patrimonio viticolo regionale e aprendo nuove prospettive per lo sviluppo di prodotti enologici distintivi e di nicchia. Parallelamente, lo studio della modulazione epigenetica sulla medesima varietà ha evidenziato anche il ruolo della biodiversità ambientale, evidenziando come fattori ambientali, quali la composizione del suolo, influenzino la sintesi delle antocianine, migliorando la plasticità fenotipica e la qualità del vino rosso. Gli estratti fenolici di queste uve hanno inoltre mostrato un potenziale antitumorale e antinfiammatorio, grazie alla loro capacità di modulare l’espressione genica di CNR1 e inibire la produzione di LTB4 da parte dell’enzima proinfiammatorio 5-LOX. Questi risultati suggeriscono potenziali applicazioni terapeutiche da utilizzare in combinazione con le terapie farmacologiche convenzionali contro patologie infiammatorie e tumorali. Infine, in un ambito di agroforestry, l’indagine sulle proprietà biochimiche del latte e del colostro bovino ha evidenziato che un’alimentazione basata su colture autoctone spontanee, tipica degli allevamenti estensivi, contribuisce ad aumentare la biodiversità e ha effetti sulla funzione di enzimi antinfiammatori come LPO e Cp, oltre a incrementare la concentrazione di lipidi bioattivi come AEA e 2-AG, migliorando così la qualità del prodotto. Complessivamente, i risultati di questo lavoro evidenziano l’importanza di approcci integrati, combinando genetica, epigenetica e nutrizione, per promuovere la conservazione della biodiversità e favorire pratiche agricole più sostenibili e resilienti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.