Il libro si presenta come un percorso scandito in tre sezioni, di ampiezza pressoché equivalente, la prima dedicata a Dante, la seconda a Boccaccio e ai suoi epigoni, la terza a temi della contemporaneità; il tutto scandito in tredici capitoli, sempre leggibili, in alternativa, in modo autosufficiente. Come dichiara il titolo, l’indagine si dipana pressoché lungo l’intera storia letteraria italiana, da Dante, appunto, a Elena Ferrante, presa ad emblema della letteratura contemporanea. Se è vero che, con paradosso solo apparente, ogni nome può essere significativo, anche quando non ha un significato in senso stretto (ovvero una connotazione esplicita), ad attrarre più spesso e i lettori e gli interpreti è indubbiamente il valore allusivo di un nomen verso una res, cioè qualità caratteriali e/o fisiche di un personaggio, il suo destino o il ruolo narrativo, o anche a un tema che caratterizza il racconto. Nel libro, ci si concentra invece su fenomeni e tipologie di meno visibile portata (come la retardatio nominis, o le dimensioni pragmatiche e interazionali della nominazione), che prescindono dal valore puramente semantico dei Nomi Propri, e il più delle volte anche dal rapporto esclusivo con il personaggio: i nomi di luoghi, di date, delle varie forme di identità autoriale, e così via. In questo senso, il volume tenta dunque di mettere in luce − pur nell’eterogeneità dei vari episodi −, possibili tracce, percorsi di ricerca alternativi, rispetto alle vie più canoniche dell’interpretazione onomastica.
Da Dante a Elena Ferrante. Tracce onomastiche nella storia letteraria italiana
TERRUSI L.
In corso di stampa
Abstract
Il libro si presenta come un percorso scandito in tre sezioni, di ampiezza pressoché equivalente, la prima dedicata a Dante, la seconda a Boccaccio e ai suoi epigoni, la terza a temi della contemporaneità; il tutto scandito in tredici capitoli, sempre leggibili, in alternativa, in modo autosufficiente. Come dichiara il titolo, l’indagine si dipana pressoché lungo l’intera storia letteraria italiana, da Dante, appunto, a Elena Ferrante, presa ad emblema della letteratura contemporanea. Se è vero che, con paradosso solo apparente, ogni nome può essere significativo, anche quando non ha un significato in senso stretto (ovvero una connotazione esplicita), ad attrarre più spesso e i lettori e gli interpreti è indubbiamente il valore allusivo di un nomen verso una res, cioè qualità caratteriali e/o fisiche di un personaggio, il suo destino o il ruolo narrativo, o anche a un tema che caratterizza il racconto. Nel libro, ci si concentra invece su fenomeni e tipologie di meno visibile portata (come la retardatio nominis, o le dimensioni pragmatiche e interazionali della nominazione), che prescindono dal valore puramente semantico dei Nomi Propri, e il più delle volte anche dal rapporto esclusivo con il personaggio: i nomi di luoghi, di date, delle varie forme di identità autoriale, e così via. In questo senso, il volume tenta dunque di mettere in luce − pur nell’eterogeneità dei vari episodi −, possibili tracce, percorsi di ricerca alternativi, rispetto alle vie più canoniche dell’interpretazione onomastica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.