Il rapporto tra persona, poteri privati e Stato costituisce senz’altro uno dei principali temi di indagine della riflessione giuspubblicistica; un rapporto che è stato sagomato dall’evoluzione del costituzionalismo moderno nel senso di affermare la strumentalità del potere pubblico alla garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali dell’individuo. E tuttavia, l’accresciuta digitalizzazione delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione, sfociata nella rivoluzione internettiana, ha determinato l’insorgere di nuove e cruciali questioni che impongono al giurista di tornare a riflettere sulla tenuta del legame costituzionale tra persona e potere, specie osservando come i nuovi poteri privati – e per essi le Big Tech – abbiano, da un lato, avanzato pretese “mimetiche” verso l’esercizio di alcune funzioni tipicamente statuali e, dall’altro, sottoposto la persona, con le sue libertà, a un processo di asservimento verso le logiche di profitto delle grandi imprese del digitale. A fronte di ciò, emerge la necessità di ristabilire un ordine giuridico del cyberspazio nel quale i diritti – e non già i poteri privati – rappresentino la categoria costitutiva, tanto sotto il profilo del loro riconoscimento quanto sotto l’aspetto della loro effettiva protezione. Ma, per fare questo, occorre domandarsi se, e in che modo, il formante istituzionale, attraverso la collaborazione multilivello, abbia la capacità di veicolare una forza demiurgica sugli assetti della Internet governance, imprimendo su di essa il calco del costituzionalismo democratico.

Persona, poteri privati e Stato nella rivoluzione internettiana

Cipolloni
2024-01-01

Abstract

Il rapporto tra persona, poteri privati e Stato costituisce senz’altro uno dei principali temi di indagine della riflessione giuspubblicistica; un rapporto che è stato sagomato dall’evoluzione del costituzionalismo moderno nel senso di affermare la strumentalità del potere pubblico alla garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali dell’individuo. E tuttavia, l’accresciuta digitalizzazione delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione, sfociata nella rivoluzione internettiana, ha determinato l’insorgere di nuove e cruciali questioni che impongono al giurista di tornare a riflettere sulla tenuta del legame costituzionale tra persona e potere, specie osservando come i nuovi poteri privati – e per essi le Big Tech – abbiano, da un lato, avanzato pretese “mimetiche” verso l’esercizio di alcune funzioni tipicamente statuali e, dall’altro, sottoposto la persona, con le sue libertà, a un processo di asservimento verso le logiche di profitto delle grandi imprese del digitale. A fronte di ciò, emerge la necessità di ristabilire un ordine giuridico del cyberspazio nel quale i diritti – e non già i poteri privati – rappresentino la categoria costitutiva, tanto sotto il profilo del loro riconoscimento quanto sotto l’aspetto della loro effettiva protezione. Ma, per fare questo, occorre domandarsi se, e in che modo, il formante istituzionale, attraverso la collaborazione multilivello, abbia la capacità di veicolare una forza demiurgica sugli assetti della Internet governance, imprimendo su di essa il calco del costituzionalismo democratico.
2024
979-12-211-5791-8
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