Accade spesso che, in dibattiti di interesse storico, filosofico o estetico non venga contemplato l’apporto che potrebbe derivarne dalla musica. A torto spesso considerata troppo specialistica, o sfuggente alle consuete categorie di giudizio, o ambigua nel suo essere insieme materiale e immateriale, essa invece vive e respira lo spirito dei tempi, riecheggiandone slanci, inquietudini o fasi di attesa. Capita quindi che il pensiero sulla musica di intellettuali e pensatori, anche noti, possa rimanere sconosciuto, sino a risultare inesistente. È quanto accaduto a Saverio Bettinelli (Mantova, 1718 - ivi, 1808), figura di fama al suo tempo e presente nella letteratura attuale, ma sino a poco tempo fa ignorata sotto il profilo musicale. Tale non irrilevante componente, dispersa all’interno della sua vasta opera, è stata infatti trascurata non solo dagli studi filosofici ed estetici, ma anche da quelli musicologici. Oscurato in ambito musicale, coevo e postumo, dalla popolarità di Francesco Algarotti (Venezia, 1712 - Pisa, 1764), Bettinelli perseguì obiettivi meno appariscenti per forma e per campi applicativi. Mantenendosi a margine del clamore dei teatri d’opera, egli si propose di ragionare sul potenziale educativo della musica nella formazione, non solo scolastica, ispirando più o meno direttamente altre analoghe riflessioni accademiche, come quella di Francesco Maria Colle (Belluno, 1744 – ivi, 1815), solo da poco riemersa. Il contributo non intende tanto risarcire la memoria di figure ‘ingiustamente dimenticate’, quanto tornare ad ascoltare, dalla parte della musica, voci risonanti, nitide, in una fase cruciale per la storia della cultura e delle idee.

'Tutto è pieno di canto, e di suono, ma dov’è la Musica?'. Algarotti, Bettinelli e Colle al paragone musicale

Besutti P.
2023-01-01

Abstract

Accade spesso che, in dibattiti di interesse storico, filosofico o estetico non venga contemplato l’apporto che potrebbe derivarne dalla musica. A torto spesso considerata troppo specialistica, o sfuggente alle consuete categorie di giudizio, o ambigua nel suo essere insieme materiale e immateriale, essa invece vive e respira lo spirito dei tempi, riecheggiandone slanci, inquietudini o fasi di attesa. Capita quindi che il pensiero sulla musica di intellettuali e pensatori, anche noti, possa rimanere sconosciuto, sino a risultare inesistente. È quanto accaduto a Saverio Bettinelli (Mantova, 1718 - ivi, 1808), figura di fama al suo tempo e presente nella letteratura attuale, ma sino a poco tempo fa ignorata sotto il profilo musicale. Tale non irrilevante componente, dispersa all’interno della sua vasta opera, è stata infatti trascurata non solo dagli studi filosofici ed estetici, ma anche da quelli musicologici. Oscurato in ambito musicale, coevo e postumo, dalla popolarità di Francesco Algarotti (Venezia, 1712 - Pisa, 1764), Bettinelli perseguì obiettivi meno appariscenti per forma e per campi applicativi. Mantenendosi a margine del clamore dei teatri d’opera, egli si propose di ragionare sul potenziale educativo della musica nella formazione, non solo scolastica, ispirando più o meno direttamente altre analoghe riflessioni accademiche, come quella di Francesco Maria Colle (Belluno, 1744 – ivi, 1815), solo da poco riemersa. Il contributo non intende tanto risarcire la memoria di figure ‘ingiustamente dimenticate’, quanto tornare ad ascoltare, dalla parte della musica, voci risonanti, nitide, in una fase cruciale per la storia della cultura e delle idee.
2023
978-88-70009-67-5
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