Il presente intervento prende le mosse dall’esperienza diretta che da quattro anni svolgiamo come referenti, rispettivamente per il Dipartimento di Scienze Politiche e per il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, del PUP (Polo Universitario Penitenziario) con la casa circondariale di Teramo e con la casa di reclusione di Sulmona. Lo scopo è quello di presentare come viene declinato in Italia il diritto dei detenuti agli studi universitari, affermato, seppure in forma embrionale, già nella legge 354/1975 sull’ordinamento penitenziario, lo iato che tutt’oggi ancora si riscontra tra la norma sulla carta, la situazione de iure, e l’applicazione effettiva del diritto, la situazione de facto, il panorama nazionale attuale e alcune testimonianze raccolte sul senso dello studio universitario nella prospettiva dei detenuti. I dati che si presenteranno saranno tratti essenzialmente dal XV Rapporto sulle condizioni di detenzione pubblicato dall’associazione Antigone. In un contesto in cui spesso viene sensibilmente ridotta la dignità umana dei reclusi, lo spazio della formazione da un lato implementa uno degli obiettivi strategici della didattica universitaria, ossia quello dell’inclusione, e dall’altro costituisce uno strumento teso alla rinascita, riuscendo a perseguire quelle che dovrebbero essere le finalità della pena detentiva, ovvero la rieducazione e il reinserimento sociale.

Il diritto allo studio in carcere – situazione attuale e prospettive: il caso del Polo Universitario Penitenziario di Castrogno-Teramo.

Francesca Rosati;Francesca Vaccarelli
In corso di stampa

Abstract

Il presente intervento prende le mosse dall’esperienza diretta che da quattro anni svolgiamo come referenti, rispettivamente per il Dipartimento di Scienze Politiche e per il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, del PUP (Polo Universitario Penitenziario) con la casa circondariale di Teramo e con la casa di reclusione di Sulmona. Lo scopo è quello di presentare come viene declinato in Italia il diritto dei detenuti agli studi universitari, affermato, seppure in forma embrionale, già nella legge 354/1975 sull’ordinamento penitenziario, lo iato che tutt’oggi ancora si riscontra tra la norma sulla carta, la situazione de iure, e l’applicazione effettiva del diritto, la situazione de facto, il panorama nazionale attuale e alcune testimonianze raccolte sul senso dello studio universitario nella prospettiva dei detenuti. I dati che si presenteranno saranno tratti essenzialmente dal XV Rapporto sulle condizioni di detenzione pubblicato dall’associazione Antigone. In un contesto in cui spesso viene sensibilmente ridotta la dignità umana dei reclusi, lo spazio della formazione da un lato implementa uno degli obiettivi strategici della didattica universitaria, ossia quello dell’inclusione, e dall’altro costituisce uno strumento teso alla rinascita, riuscendo a perseguire quelle che dovrebbero essere le finalità della pena detentiva, ovvero la rieducazione e il reinserimento sociale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11575/141082
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