Durante la pandemia hanno iniziato ad emergere i chiari segni di una nuova forma di alienazione, legata alla iperconnessione e riconducibile principalmente alla rottura di ogni confine tra tempo e luogo del lavoro e tempo e luogo del riposo, causata dallo home-working. Un senso di isolamento e di estraniazione rispetto ai luoghi e alle relazioni in persona che in letteratura è stata definita come e-lienation. Nel tentativo di arginare gli effetti collaterali dell’essere connessi e di tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore, diversi paesi, inclusa l’Italia, hanno richiamato il “diritto alla disconnessione” nelle norme che regolano il lavoro a distanza. Il mondo del turismo ha risentito in modo molto importante di questi cambiamenti. La letteratura sul rapporto tra ICT e turismo è vastissima, e uno degli ambiti sociali più investito dall’uso dei social media è stato proprio il tempo libero. Negli ultimi anni in particolare, le vacanze sono state mediate dall’uso degli smart device in modo quasi totalizzante, al punto da far ritenere lo smart tourism una delle cause principali alla base della perdita di “autenticità” dell’esperienza turistica. Da qui l’esigenza, per una fetta sempre più ampia di viaggiatori, di vivere la propria vacanza in modalità “off-line”. Se pacchetti vacanze legati all’esperienza del digital detox erano già stati proposti prima della pandemia, nel post-Covid si è iniziato a guardare alle zone non coperte dalla Rete con nuovo interesse, come a luoghi ideali dove potersi appellare al diritto di essere disconnessi. Le pratiche turistiche più direttamente interessate dalle modalità off-line sono quelle connesse al turismo natura.
L'importanza di essere disconnessi. Digital detox e turismo natura
Rita Salvatore
2023-01-01
Abstract
Durante la pandemia hanno iniziato ad emergere i chiari segni di una nuova forma di alienazione, legata alla iperconnessione e riconducibile principalmente alla rottura di ogni confine tra tempo e luogo del lavoro e tempo e luogo del riposo, causata dallo home-working. Un senso di isolamento e di estraniazione rispetto ai luoghi e alle relazioni in persona che in letteratura è stata definita come e-lienation. Nel tentativo di arginare gli effetti collaterali dell’essere connessi e di tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore, diversi paesi, inclusa l’Italia, hanno richiamato il “diritto alla disconnessione” nelle norme che regolano il lavoro a distanza. Il mondo del turismo ha risentito in modo molto importante di questi cambiamenti. La letteratura sul rapporto tra ICT e turismo è vastissima, e uno degli ambiti sociali più investito dall’uso dei social media è stato proprio il tempo libero. Negli ultimi anni in particolare, le vacanze sono state mediate dall’uso degli smart device in modo quasi totalizzante, al punto da far ritenere lo smart tourism una delle cause principali alla base della perdita di “autenticità” dell’esperienza turistica. Da qui l’esigenza, per una fetta sempre più ampia di viaggiatori, di vivere la propria vacanza in modalità “off-line”. Se pacchetti vacanze legati all’esperienza del digital detox erano già stati proposti prima della pandemia, nel post-Covid si è iniziato a guardare alle zone non coperte dalla Rete con nuovo interesse, come a luoghi ideali dove potersi appellare al diritto di essere disconnessi. Le pratiche turistiche più direttamente interessate dalle modalità off-line sono quelle connesse al turismo natura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.