Giuseppe Acerbi (Castel Goffredo, 3 maggio 1773 – ivi, 25 agosto 1846), oltre che esploratore, scrittore, archeologo, naturalista e antropologo ante litteram, fu «dilettante di musica», ovvero musicista e compositore en amateur. La sua riscoperta si deve anzitutto a Piero Gualtierotti, che ha dato un decisivo impulso alla ricerca e alla valorizzazione della sua poliedrica personalità. Allo stato attuale, pur in mancanza di un auspicabile studio monografico su Acerbi, può dirsi definito il catalogo delle sue opere, benché sempre perfettibile; inoltre, la progressiva edizione moderna dei suoi diari di viaggio, fittissimi di riferimenti musicali e teatrali, ne facilita la lettura estensiva. Si pensi che egli ebbe l’occasione di confrontarsi con la maggior parte della musica del suo tempo, contemporanea o in corso di recupero dal passato. Nelle sue carte vi sono annotazioni su musiche di Georg Friedrich Händel (1685-1759), Franz Joseph Haydn (1732-1809), Giovanni Paisiello (1740-1816), Joseph Schuster (1748-1812), Antonio Salieri (1750-1825), Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), Franz Xaver Süssmayr (1766-1803), Joseph Weigl (1766-1846), Ludwig van Beethoven (1770-1827), Ferdinando Paër (1771-1839), Gaspare Spontini (1774-1851), Karl Maria von Weber (1786-1826), Gioachino Rossini (1792-1868), Gaetano Donizetti (1797-1848), Franz Gläser (1798-1861). Ben avviata, la fase di dissodamento del terreno di ricerca, si possono iniziare a raccogliere i frutti più pregnanti. In tale prospettiva, attraverso alcune emblematiche sue testimonianze, verrà esemplificato come le fonti riconducibili a Giuseppe Acerbi possano contribuire ad almeno tre filoni musicologici: la riflessione sulla pratica musicale amatoriale tra tardo Settecento e prima metà dell’Ottocento; la ricezione di musiche, inconsuete o familiari, da parte di un ascoltatore, competente in materia di musica e viaggiatore; l’integrazione fra educazione, nascente estetica musicale e ascolto in un uditore colto, aperto, curioso e, soprattutto, formato al dubbio metodico.
Per una storia della ricezione musicale: Giuseppe Acerbi, ‘dilettante di musica’ ascoltatore e osservatore competente
Besutti P.
2022-01-01
Abstract
Giuseppe Acerbi (Castel Goffredo, 3 maggio 1773 – ivi, 25 agosto 1846), oltre che esploratore, scrittore, archeologo, naturalista e antropologo ante litteram, fu «dilettante di musica», ovvero musicista e compositore en amateur. La sua riscoperta si deve anzitutto a Piero Gualtierotti, che ha dato un decisivo impulso alla ricerca e alla valorizzazione della sua poliedrica personalità. Allo stato attuale, pur in mancanza di un auspicabile studio monografico su Acerbi, può dirsi definito il catalogo delle sue opere, benché sempre perfettibile; inoltre, la progressiva edizione moderna dei suoi diari di viaggio, fittissimi di riferimenti musicali e teatrali, ne facilita la lettura estensiva. Si pensi che egli ebbe l’occasione di confrontarsi con la maggior parte della musica del suo tempo, contemporanea o in corso di recupero dal passato. Nelle sue carte vi sono annotazioni su musiche di Georg Friedrich Händel (1685-1759), Franz Joseph Haydn (1732-1809), Giovanni Paisiello (1740-1816), Joseph Schuster (1748-1812), Antonio Salieri (1750-1825), Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), Franz Xaver Süssmayr (1766-1803), Joseph Weigl (1766-1846), Ludwig van Beethoven (1770-1827), Ferdinando Paër (1771-1839), Gaspare Spontini (1774-1851), Karl Maria von Weber (1786-1826), Gioachino Rossini (1792-1868), Gaetano Donizetti (1797-1848), Franz Gläser (1798-1861). Ben avviata, la fase di dissodamento del terreno di ricerca, si possono iniziare a raccogliere i frutti più pregnanti. In tale prospettiva, attraverso alcune emblematiche sue testimonianze, verrà esemplificato come le fonti riconducibili a Giuseppe Acerbi possano contribuire ad almeno tre filoni musicologici: la riflessione sulla pratica musicale amatoriale tra tardo Settecento e prima metà dell’Ottocento; la ricezione di musiche, inconsuete o familiari, da parte di un ascoltatore, competente in materia di musica e viaggiatore; l’integrazione fra educazione, nascente estetica musicale e ascolto in un uditore colto, aperto, curioso e, soprattutto, formato al dubbio metodico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.