Il 24 agosto 2016 alle ore 3.36 un terremoto di magnitudo Richter ML 6.0 colpiva il Centro Italia distruggendo Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Alle ore 4.33 una nuova scossa, di magnitudo 5.4, distruggeva Norcia. Da quel momento tutta l’Italia centrale ha tremato più di settantamila volte. Il 18 gennaio 2017 il sisma colpiva ancora, in Abruzzo, l’area di Campotosto-Montereale. Il bilancio di questa sequenza sismica è devastante in termini di vite umane, economia, patrimonio culturale. I danni materiali, stimati dalla Protezione civile in ventitré miliardi e cinquecentotrenta milioni di euro, sono andati ad aggiungersi a quelli, già ingenti, degli ultimi due gravi sismi, che hanno colpito l’Italia nel 2009 (L’Aquila) e nel 2012 (pianura padana). La recente crisi pandemica, è andata a innestarsi su una congiuntura già gravissima. Partendo da una situazione territoriale interessata anche da distretti di «crisi complessa», questo intervento evidenzia, in prospettiva storica, aspetti musicali, collegabili al processo di resilienza in area abruzzese, con particolare riguardo per i fenomeni di reazione alle difficoltà, mediante il recupero di un’attitudine rigenerativa. Sulla base di una ricerca compiuta negli archivi dell’area centro-italiana, colpita da fenomeni sismici, verranno evidenziate le presenze di musica, spettacoli e produzioni sceniche, connesse a eventi catastrofici fra Sette e Ottocento. Lo studio coniuga informazioni scientifiche, storiche e socio-economiche emerse dalle relazioni a stampa e dalle fonti prodotte dalle stamperie romane e aquilane del tempo. L’obiettivo più alto è quello di verificare la funzione peculiare della musica nella rigenerazione dei territori e delle loro identità culturali in prospettiva anche contemporanea.

Resilienze nelle aree di crisi complessa: fonti e patrimoni musicali in Abruzzo

Besutti P.;Tassone M.
2021-01-01

Abstract

Il 24 agosto 2016 alle ore 3.36 un terremoto di magnitudo Richter ML 6.0 colpiva il Centro Italia distruggendo Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Alle ore 4.33 una nuova scossa, di magnitudo 5.4, distruggeva Norcia. Da quel momento tutta l’Italia centrale ha tremato più di settantamila volte. Il 18 gennaio 2017 il sisma colpiva ancora, in Abruzzo, l’area di Campotosto-Montereale. Il bilancio di questa sequenza sismica è devastante in termini di vite umane, economia, patrimonio culturale. I danni materiali, stimati dalla Protezione civile in ventitré miliardi e cinquecentotrenta milioni di euro, sono andati ad aggiungersi a quelli, già ingenti, degli ultimi due gravi sismi, che hanno colpito l’Italia nel 2009 (L’Aquila) e nel 2012 (pianura padana). La recente crisi pandemica, è andata a innestarsi su una congiuntura già gravissima. Partendo da una situazione territoriale interessata anche da distretti di «crisi complessa», questo intervento evidenzia, in prospettiva storica, aspetti musicali, collegabili al processo di resilienza in area abruzzese, con particolare riguardo per i fenomeni di reazione alle difficoltà, mediante il recupero di un’attitudine rigenerativa. Sulla base di una ricerca compiuta negli archivi dell’area centro-italiana, colpita da fenomeni sismici, verranno evidenziate le presenze di musica, spettacoli e produzioni sceniche, connesse a eventi catastrofici fra Sette e Ottocento. Lo studio coniuga informazioni scientifiche, storiche e socio-economiche emerse dalle relazioni a stampa e dalle fonti prodotte dalle stamperie romane e aquilane del tempo. L’obiettivo più alto è quello di verificare la funzione peculiare della musica nella rigenerazione dei territori e delle loro identità culturali in prospettiva anche contemporanea.
2021
978-88-94040-44-9
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